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Il Maghreb tra compromesso nazionale, staticità incerta e dissoluzione tribale. Dimensione politica e ricadute economiche

7 ottobre 2015, UniCredit Tower Hall, Milano

L’Area mediterranea, e specificamente il Maghreb, rappresentano indubbiamente uno dei contesti di prioritario interesse per l’Italia.

Il Maghreb appare un microcosmo in cui si riverberano tutte le esperienze e tutte le sfide in corso nel contesto MENA, dalla incerta scelta di unità nazionale, opposta a quella egiziana, intrapresa dalla Tunisia, a quella similare del Marocco, ove tuttavia il contesto statuale appare più solido, alla opaca stabilità algerina, che vede tuttavia presenti tensioni premonitorie e agitazioni che non si possono ignorare, alla Libia che malgrado gli sforzi di stabilizzazione fin qui adottati sembra sempre più precipitare in una guerra civile manipolata dalle potenze regionali. In una situazione già così frammentata si è ora aggiunta la grave sfida dell’ISIS, particolarmente radicata in Libia.

Con questa iniziativa si è inteso verificare quali interconnessioni esistano tra i processi di trasformazione politica e quelli di natura economica, come cioè le esperienze di governi di coalizione in Tunisia e Marocco facilitino o rallentino gli urgenti processi di adeguamento economico, di destatalizzazione dell’economia con apertura al mercato, e di riforma dell’attuale sistema erga omnes dei sussidi alla popolazione, che va facendosi sempre più insostenibile e rappresenta una zavorra gravosa nei tentativi di ammodernamento dell’economia.

L’Italia è, insieme a Francia e Spagna, uno dei principali partner commerciali di questi Paesi, e la sua influenza economica nell’Area del Maghreb può crescere ulteriormente, anche perché quei Paesi sono interessati a diversificare maggiormente i loro partner commerciali, e in Marocco non sono del tutto sopite le tensioni derivanti dalla controversia su Ceuta e Melilla. Si è ritenuto necessario e urgente capire quali siano le tendenze in atto, quale direzione esse possano prendere, quali fattori possano incidere e quali esiti siano possibili non solo per i policy maker e il mondo delle università e degli esperti, ma anche per il mondo degli imprenditori e delle Piccole e Medie Imprese che devono sapere come orientare i propri investimenti e in quale contesto si troveranno a lavorare.

Il Convegno è stato promosso da CIPMO in collaborazione con lo European Council on Foreign Relations (ECFR) e con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri – Unità di Analisi, Programmazione e Documentazione Storico-Diplomatica, di UniCredit, con il patrocinio del Comune di Milano e con il patronato di Regione Lombardia.

Interventi:

Massimo Carnelos, Unità Analisi, Programmazione e Documentazione Storico Diplomatica – Segreteria Generale Ministero degli Affari Esteri; Gianfranco Bisagni, Deputy head CIB Division UniCredit; Janiki Cingoli, Presidente del Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente (CIPMO); Olivier Roy, Direttore del Programma Mediterraneo al Robert Schuman Centre for Advanced Studies dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze; Heliodoro Temprano Arroyo, Capo dell’Unità Assistenza Finanziaria per i Paesi del Vicinato alla Direzione Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea; Alberto Negri, Inviato speciale de Il Sole 24 Ore; Emanuela Dalmasso, Universitá di Amsterdam; Nadia Marzouki, Ricercatrice associata presso European University Institute Robert Schuman di Fiesole; Anna Bozzo, Università Roma Tre; Mattia Toaldo, European Council on Foreign Relations (ECFR) – London.

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