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WORKSHOP RISERVATI

Le prime tre grandi Conferenze internazionali sulla Pace in Medio Oriente (1989 – 1993)
All’inizio della sua attività, CIPMO ha avviato una attività di carattere paradiplomatico (track II), cominciata nel 1989 con l’organizzazione della conferenza internazionale “Prospettive della Pace in Medio Oriente”, tenutasi a Milano il 16-18 novembre 1989, realizzata con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e dell’allora CEE. All’evento hanno fatto seguito altre due conferenze: “Israeliane e Palestinesi. Quando le donne parlano di pace”, Milano, 16-18 maggio 1991 e “Israeliani e Palestinesi: in cammino verso la pace”, Milano, 24-26 giugno 1993.

All’epoca, agli israeliani la legge proibiva di avere incontri con esponenti ufficiali dell’OLP, e queste conferenze hanno rotto questo tabù, facilitando canali diretti di dialogo che hanno così contribuito all’apertura dei negoziati ufficiali.
Dopo questi primi tre grandi eventi, cui hanno partecipato decine di esponenti israeliani, palestinesi, arabi e della Comunità internazionale, e dopo la firma degli Accordi di Washington nel 1995, il Centro ha deciso di concentrarsi su attività più selezionate e finalizzate, di approfondimento e di supporto al negoziato finale israelo-palestinese-arabo, organizzando workshop riservati, ristretti a importanti personalità di quei Paesi nonché esponenti della società civile.

Tutti gli incontri si sono svolti in Italia, in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, con diverse Regioni ed Enti locali e, per alcuni progetti, con l’Unione europea. Questi seminari hanno consentito a numerosi esponenti politici, religiosi e della società civile di incontrarsi in un contesto neutro, per confrontarsi apertamente sulle questioni più complesse e produrre materiali utili al negoziato.

DIPLOMAZIA INFORMALE – TRACK II

Workshop riservati para-diplomatici con importanti personalità.

GERUSALEMME

Il ruolo di Gerusalemme è sempre stato al centro delle riflessioni e del lavoro di CIPMO.

La città della tradizione ebraica e della promessa biblica, del cristianesimo e della mistica islamica non è solo un luogo dal valore simbolico fondamentale per le tre religioni monoteistiche, ma è anche una città viva e reale, oggetto di contesa da millenni, al centro dei drammatici contrasti che ancor oggi segnano il Medio Oriente. La sovranità territoriale su Gerusalemme Est è, infatti, motivo di controversia internazionale, e la determinazione del suo status permanente costituisce uno dei principali nodi del processo di pace. Nell’ambito del Programma UE “Partnership for Peace”, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri, il Centro ha realizzato un progetto triennale su Gerusalemme, per approfondire le principali questioni nazionali, religiose e municipali relative alla città.

"Aspetti religiosi del problema di Gerusalemme" 1995, Firenze

Aspetti religiosi del problema di Gerusalemme. maggio 1995, Firenze

Organizzato nel maggio 1995 dal CIPMO insieme alla Palestinian Academic Society for the Study of International Affairs (PASSIA) e all’Economic Cooperation Foundation di Tel Aviv, in collaborazione con la Regione Toscana e con la Provincia di Firenze, d’intesa con il Ministero degli Esteri Italiano, che ha inviato un suo rappresentante, e con il contributo determinante della Commissione Europea. Ha avuto luogo vicino a Firenze e le relazioni del seminario sono state pubblicate nel dicembre 1996 su un numero speciale di Testimonianze.

Nel febbraio 1996, in occasione della presentazione pubblica degli atti del seminario del ‘95, sono stati organizzati due incontri seminariali, a Roma e Milano, con la partecipazione dei rappresentanti dei centri israeliano e palestinese che hanno promosso con il Centro l’iniziativa –  Ron Pundak e Mahdi Abdul Adi. Al seminario di Roma si è avuta una partecipazione di un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, nonché della Santa Sede, nella persona di Monsignor Luigi Gatti. L’iniziativa di Milano è stata realizzata in collaborazione con la Facoltà di Scienze Politiche della Università degli Studi di Milano e con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, della Provincia di Milano, della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e dell’IRSSAE Lombardia. L’iniziativa di Roma è stata realizzata in collaborazione con il CeSPI e con la SIOI.

“People to People” 2001-1999

Progetto UE “People to People”

Israelis, Palestinians, Jerusalem. 1999-2001

Nell’ambito del Programma UE “People to People”, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri, il Centro ha realizzato un progetto triennale su Gerusalemme, per approfondire le principali questioni nazionali, religiose e municipali relative alla città.

L’iniziativa, promossa in collaborazione con l’organizzazione palestinese Orient House e con l’israeliana Economic Cooperation Foundation (ECF), e di intesa con i due Ministri Delegati per Gerusalemme, l’israeliano Haim Ramon e il palestinese Faisal El-Husseini (che delegò allo scopo il Panorama Center di Ramallah), aveva lo scopo di contribuire allo sviluppo del processo di pace, concentrandosi sullo status finale della città.

Il progetto si è articolato in tre seminari riservati, a cui hanno partecipato delegazioni composte da importanti esponenti israeliani e palestinesi:

– “Gerusalemme: modelli di futura coesistenza”, Montecatini, 16-19 dicembre 1999;
– “Uno speciale Stato religioso per Gerusalemme in pace”, Milano, 22-25 giugno 2000;
– “Il futuro di Gerusalemme”, Pisa, 27-29 luglio 2001;

Uno dei momenti cardine del seminario sugli aspetti religiosi, è stato l’invio di una lettera da parte del rabbino sefardita Eliyahu Bakshi-Doron, in cui si riconosceva la sovranità palestinese sulla Spianata delle Moschee. Al documento è stato dato ampio rilievo sulla stampa internazionale.

Durante i seminari ci sono stati momenti molto emozionanti, come il venerdì sera, giornata festiva per entrambe le religioni, quando i rabbini e gli imam presenti al seminario svoltosi nel 2000 hanno condiviso le rispettive festività.
Nel corso degli incontri, i presenti, partendo dalla comune convinzione della necessità di garantire a tutti libertà di religione, culto e libero accesso ai Luoghi Santi, e di mantenere indivisa la città, hanno discusso a fondo le diverse possibilità di condivisione, di divisione e anche di temporanea sospensione della sovranità, circa le persone, gli aspetti amministrativi e quelli nazionali relativi alla Città Santa.
I risultati del lavoro svolto, poi raccolti in nove ricerche di esperti israeliani e palestinesi, e pubblicati nel volume in inglese Israelis, Palestinians. Coexisting in Jerusalem, hanno rappresentato degli spunti importanti, utilizzati nel corso dei negoziati di Camp David 2 e Taba del 1999-2000, e sono stati sviluppati nella redazione del “Modello di Accordo di Ginevra”.

Il seminario conclusivo, svoltosi a Tirrenia (Pisa) dal 27 al 29 luglio 2001 è stato organizzato in collaborazione con l’Arab Study Society (Orient House) di Gerusalemme e con l’Economic Co-operation Foundation (ECF) di Tel Aviv . L’evento e stato realizzato grazie al contributo della Regione Toscana e della Provincia di Pisa. Vi hanno preso parte una delegazione israeliana con a capo Yair Hirshfield, Direttore di ECF, e una delegazione palestinese con a capo Manuel Hassassian, Presidente dell’Università di Betlemme.

Le delegazioni hanno presentato le ricerche che vertono sugli aspetti politici, religiosi, municipali e demografici della città di Gerusalemme. Tuttavia, l’evento ha avuto una valenza ben superiore. In un’atmosfera estremamente amichevole le due delegazioni hanno sostenuto la necessità di ricostruire una partnership israelo-palestinese per la pace. Il seminario ha avuto un importante ricaduta sui media italiani. Le discussioni sono state permeate da quello che è stato poi definito dai partecipanti lo “Spirito di Pisa”.

A special religious regime for Jerusalem in peace. 22-25 giugno 2000, Milano

Il seminario, tenutosi a Milano dal 22 al 25 giugno 2000, è stato realizzato grazie al contributo dell’Unione Europea, del Ministero degli Affari Esteri e del Comune di Milano.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Economic Cooperation Foundation di Tel Aviv e l’Arab Studies Society della Orient House di Gerusalemme. Vi hanno preso parte una delegazione israeliana e una palestinese, composta da personalità politiche e religiose. Ai lavori hanno partecipato il Consigliere Daniele Verga, Capo dell’Ufficio II della Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, del Ministero degli Affari Esteri. Ha partecipato altresì, in qualità di osservatore per la Santa Sede, Monsignor Giovanni D’Aniello, della Segreteria di Stato.

Nel corso dell’incontro si sono susseguiti gli interventi degli esperti, dei rappresentanti israeliani e palestinesi e delle tre religioni presenti. Pur in presenza di diversità di opinioni ed approccio, tutte le parti hanno confermato il loro impegno per garantire una coesistenza pacifica in Gerusalemme. È stata inoltre ribadita la necessità di trovare una soluzione durevole a tutte le questioni politiche tra i popoli israeliano e palestinese e di garantire per tutti la libertà di religione, culto e libero accesso ai Luoghi Santi, tenendo conto della dimensione internazionale del problema e nel rispetto degli interessi internazionali esistenti.

Gerusalemme: Modelli di futura coesistenza. dicembre 1999, Pisa

L’evento è stato organizzato, nel dicembre 1999, in collaborazione con l’Economic Cooperation Foundation di Tel Aviv e l’Arab Studies Society di Gerusalemme, con il contributo dell’Unione Europea, del Ministero degli Affari Esteri e della Regione Toscana. Vi hanno preso parte una delegazione israeliana e una palestinese, composte da parlamentari ed esperti. Ai lavori hanno portato il loro saluto il Consigliere Daniele Verga, Responsabile del Dipartimento per il Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri e Simone Siliani, Assessore per la Cooperazione della Regione Toscana. Nel corso dell’incontro sono state ascoltate le presentazioni di esperti israeliani e palestinesi sui temi legati alla questione di Gerusalemme, uno dei nodi più complessi del negoziato finale.

FINAL STATUS

Dal 1987 il CIPMO ha promosso diversi seminari riservati sulle questioni relative alle prospettive del Processo di Pace, coinvolgendo delegazioni israeliane e palestinesi, costituite da accademici, intellettuali e parlamentari e con la collaborazione di istituzioni italiane. Alcuni di questi seminari hanno consentito per la prima volta un confronto tra esponenti di pari livello di entrambe le parti.

Seminari Final Status, 2015-1997

Breaking the Israeli-Palestinian impasse. The role of Europe. 28th-31st January 2015, Rome

Una delegazione di esponenti israeliani e palestinesi dell’Iniziativa di Ginevra si è riunita per due giorni a Roma presso il Ministero degli Esteri. Ai lavori hanno preso parte alti funzionari del Ministero e anche della Commissione Europea, venuti appositamente da Bruxelles. I lavori sono stati conclusi dal Sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che ha vivamente apprezzato l’iniziativa ed i suoi esiti.
Le delegazioni hanno presentato congiuntamente delle idee specifiche su come “spezzare l’impasse” esistente tra israeliani e palestinesi e sul ruolo che l’Europa può svolgere, anche in relazione a prossime possibili iniziative a livello di Consiglio di Sicurezza dell’ONU. L’incontro seminariale è stato organizzato da CIPMO- Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente, in collaborazione con gli Uffici Israeliano e Palestinese dell’Iniziativa di Ginevra, ed è stato realizzato grazie al sostegno del Ministero degli Esteri – Divisione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza.

I capi delegazione: Mr. Qaddura Faris, Former Minister of Prisoner Affairs in the Palestinian Authority; Brig. Gen. (ret.) Shlomo Brom, Senior Research Associate at the Institute for National Security Studies and Former Chief of the Strategic Planning Division in the Israeli Army.

Seminario track II sui temi della sicurezza relativi al Final Status. 13-17 novembre 2013, Roma

Finanziato dalla Direzione Generale Affari Politici e di Sicurezza del Ministero degli Affari Esteri. Si è trattato di un percorso volto ad approfondire le questioni relative alla sicurezza nel conflitto israelo-palestinese e nel percorso diplomatico verso il Final Status, realizzato in collaborazione con i Comitati israeliano e palestinese dell’Iniziativa di Ginevra. Il seminario di 4 giorni ha dato l’opportunità alle delegazioni israeliana e palestinese di confrontarsi sui temi della sicurezza e della riconciliazione. L’iniziativa ha avuto come obiettivo lo sviluppo di nuove proposte sugli aspetti critici del processo di negoziazione in corso tra Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese. Nella sessione del 15 novembre le delegazioni hanno incontrato i funzionari del Ministero degli esteri.

I capi delle due delegazioni israeliana e palestinese: Brig. Gen. (ret.) Shlomo Brom, Senior Research Associate at the Institute for National Security Studies and Former Chief of the Strategic Planning Division in the Israeli Army; Dr. Samih Al-Abed, Member of the Palestinian Negotiation Team, head of the Committee for Borders and Territory and former Minister of Public Works & Housing.

E’ stato prodotto anche un paper dal titolo: “Regional Security in the Context of a Palestinian-Israeli Peace Process”.

“Accordi di Ginevra. Alla ricerca dell’Annex mancante”. 4-7 dicembre 2008, Torino

Per realizzare questo seminario riservato si è partiti dalla considerazione che nel Modello di Accordo di Pace di Ginevra mancavano i cosiddetti Annex, le sezioni relative ai dettagli del Final Status tra israeliani e palestinesi.

Il seminario è stato organizzato con la collaborazione delle strutture coordinatrici dell’Iniziativa di Ginevra, la palestinese Palestinian Peace Coalition e l’israeliana H.L. Education for Peace.

All’incontro, il cui obiettivo era completare la stesura degli Annex e formulare una proposta finale di Accordo da presentare alla neoeletta amministrazione USA guidata da Barak Obama, erano presenti personalità di primo piano: il capo delegazione palestinese era Samih Abed, membro del Palestinian Negotiating Team e viceministro dell’ANP; per la parte israeliana, il capo delegazione era Boaz Karni, Presidente del Board israeliano dell’Iniziativa di Ginevra. A svolgere il ruolo di mediatore c’era l’ambasciatore Jean-Daniel Ruch, rappresentante speciale per il Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri svizzero.

L’evento è stato realizzato con il sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo.

Trilateral Arrangements for the Gaza Strip. 7-10 luglio 2008, Milano

Uno dei seminari più importanti degli ultimi anni, tenutosi in uno scenario molto diverso da quello auspicato dalla presidenza Bush e con protagonisti proprio coloro che il presidente americano non aveva preso in considerazione. L’evento si è svolto poche settimane dopo l’inizio della “tregua” a Gaza, tra Israele e Hamas, avvenuta grazie alla mediazione dell’Egitto.

Organizzato in collaborazione con  Economic Cooperation Foudation (ECF) ,  Palestinian Center for Strategic Studies (PCSS), il seminario ha visto la partecipazione di tredici personalità di alto livello, con ruoli ufficiali e non, provenienti da Israele, territori palestinesi, Egitto ed Europa. I capi delegazione erano l’israeliano Yair Hirschfeld, direttore generale di ECF e uno degli architetti degli Accordi di Oslo, e il palestinese Jibril Rajoub, già capo dei servizi di sicurezza palestinesi e attualmente consigliere del Presidente Mahmud Abbas.

All’incontro si sono discusse le principali tematiche riguardanti la gestione delle frontiere di confine con Gaza e il possibile coinvolgimento delle forze internazionali.
Il seminario è stato realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri, della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano e della Regione Lombardia.

Dopo Annapolis. 17 – 20 gennaio 2008, Milano

Questo seminario ha permesso a importanti esponenti israeliani e palestinesi di incontrarsi a Milano per valutare insieme la situazione in Medio Oriente dopo la Conferenza di Annapolis tenutasi nel novembre del 2007.

Colette Avital, Vice Presidente della Knesset e responsabile internazionale laburista, presiedeva la delegazione israeliana, composta da parlamentari di Labour, Kadima, Meretz e del Partito dei Pensionati, nonché da Mark Heller, Direttore Ricerche dell’Istituto di Studi sulla Sicurezza Nazionale di Tel Aviv.
Alla testa di quella palestinese vi era Fares Kaddoura, già ministro dell’ANP, l’esponente più vicino a Marwan Barghouthi, il leader della seconda intifada detenuto nelle carceri israeliane. Accanto a lui, Ziad Abu Zayyad, che è stato anch’egli ministro, e vari esponenti legati alla cosiddetta “Giovane generazione” di Fatah, tra cui diversi membri del Consiglio Legislativo Palestinese.

Come spesso capita in questi seminari, alcuni dei momenti più significativi si sono svolti al di fuori delle sessioni ufficiali, durante colloqui riservati. Per molti tra i presenti si trattava della prima volta in cui incontravano esponenti di quel livello dell’altra parte.

L’inizio dei lavori si è concentrato sull’esposizione dei rispettivi punti di vista, più sulle differenze che sulle convergenze. Ma a un certo momento, di intesa con i capi delegazione, si è fatto uno sforzo per orientare la discussione sulle prospettive e su ciò che concretamente poteva essere fatto per non perdere la finestra di opportunità che si è aperta.

Vi è stato accordo sulla necessità che gli israeliani rimuovano gli “insediamenti illegali” (ma per i palestinesi tutti gli insediamenti sono illegali, e rifiutano questa distinzione), blocchino ogni crescita degli insediamenti, rimuovano i blocchi stradali, secondo quanto previsto dalla prima fase della Road Map. Si è tuttavia concordato, dall’altra parte, che la riduzione dei blocchi stradali debba procedere in parallelo con una maggiore assunzione di responsabilità, da parte palestinese, per i problemi della sicurezza, sia per assicurare il rispetto della legge e dell’ordine nelle loro città, sia per procedere al disarmo delle milizie armate e allo smantellamento delle fabbriche di armi.

Per quanto riguarda il problema dei missili Kassam, da parte palestinese è stata espressa condanna per queste azioni, ma si è sottolineato come, al di là delle posizioni di principio, Abu Mazen non sia in grado, da solo, di bloccare questi lanci, se non in presenza di un rinnovato accordo con Hamas, che riporti quella formazione all’interno del contesto negoziale, pur senza prevedere una sua diretta partecipazione alla trattativa. Ciò richiede che Israele non rifiuti questo possibile sviluppo, bloccando il negoziato in corso, e comprenda che solo un accordo di quel genere può assicurare la sua stessa sicurezza. Su questa indicazione vi è stato una sostanziale intesa degli israeliani presenti, al di là delle modalità concrete di attuazione.

La discussione si è poi focalizzata sulla esigenza di creare una forza internazionale di interposizione, a Gaza e in prospettiva anche in Cisgiordania (analoga a quella operante in Libano). Tutti i presenti hanno concordato sul fatto che è impossibile attuarla attraverso una imposizione internazionale, ma che è invece necessario un accordo di tutte le parti, sia palestinesi (Fatah e Hamas) che israeliana. Si è ugualmente concordato che non si deve necessariamente attendere, per la sua creazione, l’accordo finale di pace, ma, in presenza di un gradimento delle parti, la forza internazionale di interposizione potrebbe essere concepita e attuata anche come misura intermedia e di garanzia per costruire la fiducia.
Infine, da parte israeliana si è sollevata la questione del riconoscimento di Israele come Stato ebraico, al che i palestinesi hanno risposto affermando di essere pronti a riconoscere Israele come Stato, ma di non essere chiamati a prendere posizione sul suo assetto interno o sulla sua Costituzione. Chi scrive, nella sua qualità di organizzatore del seminario, ha affermato che il problema, in uno Stato che si vuol definire ebraico, è probabilmente quello del riconoscimento della minoranza palestinese come minoranza nazionale, con una sua identità collettiva e con suoi specifici diritti, un po’ come accade oggi in Alto Adige per la minoranza tedesca.
Ai lavori del seminario hanno portato il loro significativo contributo Sergio Scarantino, Ministro Plenipotenziario del Ministero degli Affari Esteri, Roberto Ronza, Sotto Segretario alle Relazioni Internazionali della Regione Lombardia e Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.

Il seminario è stato realizzato grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano, con la collaborazione di Regione Lombardia, che ha ospitato i lavori.

Israeliani-Palestinesi. Oltre la Road Map. 22-24 marzo 2007, Milano

La delegazione israeliana era guidata da Colette Avital, Membro della Knesset e responsabile delle Relazioni internazionali del Labour ed era composta da esponenti politici del Labour e del Kadima, oltre che da intellettuali di spicco, mentre quella palestinese era guidata da Riad El Malki, Direttore del Panorama Center di Ramallah – una fra le più importanti ONG palestinesi attive sulla promozione del dialogo fra le parti in conflitto – e composta da esponenti di Fatah e di altri partiti laici.

Il capo delegazione israeliano, Colette Avital, ha evidenziato l’importanza e la tempestività del seminario del CIPMO, mentre Riad Malki, capo delegazione palestinese, ha avanzato un importante suggerimento, subito accolto da parte israeliana, per dimostrare concretamente la volontà di sostenere il processo di pace. Egli ha proposto di unire le forze per facilitare il ritorno nei territori palestinesi, di almeno alcune migliaia fra i 14.000 profughi che attualmente vivono in campi profughi in Iraq. “Se li portassimo indietro, sarebbe un precedente importante” – ha detto Malki – “Potremmo dimostrare che il ritorno dei rifugiati nel futuro Stato palestinese non è un rischio per Israele e nel contempo lanceremmo un importante segnale alla società palestinese e al mondo arabo”.
Ehud Olmert, politico israeliano, ha accettato questa proposta, acconsentendo al rientro di 41 rifugiati in Palestina dall’Iraq. È la prima volta che Israele permette un’operazione del genere ed è un gesto molto significativo nei confronti del primo ministro palestinese Fayyad.

L’evento è stato realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Lombardia e del Comune di Milano. Durante la sessione di apertura hanno portato il loro saluto Daniele Bosio, Consigliere del Ministero per gli Affari Esteri; Roberto Ronza, Sottosegretario alle Relazioni Internazionali della Regione Lombardia; Giuseppe Costa, Relazioni Internazionali e Cooperazione Internazionale della Regione Lombardia; Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.

Likud-Labour-Shinui-Al Fatah. 1-4 settembre 2005, Milano

Questo seminario è stato organizzato in un periodo in cui la regione mediorientale si trovava a un punto di svolta, che rendeva possibile pensare alla ripresa del processo negoziale.

Sulla base di questa valutazione sono stati scelti i partecipanti: non soltanto gli abituali esponenti del “Peace Camp” israeliano e palestinese, ma anche le forze di destra e del centro, con l’obiettivo di creare nuovi canali di dialogo. La delegazione palestinese era guidata da Kaddoura Fares, parlamentare vicino a Marwan Barghouti ed espressione della nuova generazione di dirigenti di Al-Fatah, ed era composta da esponenti della nuova guardia di Al-Fatah, mentre la delegazione israeliana, guidata da Colette Avital, vicepresidente della Knesset e responsabile internazionale del Labour, era composta da parlamentari ed esponenti di governo del Labour, del Likud e dello Shinui. Per il Ministero degli Esteri italiano era presente il ministro Sergio Scarantino.

Il seminario è stato realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Lombardia e del Comune di Milano.

“Il conflitto israelo-palestinese verso il Final Status”. 4-5 ottobre 2002, Pisa

Questo seminario a porte chiuse è stato realizzato in collaborazione con la struttura palestinese Panorama Center e con l’israeliana Economic Cooperation Foundation (ECF). A guidare le delegazioni, composte da accademici e importanti esponenti politici, erano i direttori dei due Centri, il palestinese Riad el-Malki e l’israeliano Ron Pundak, uno dei negoziatori di Oslo.

Si è trattato di un incontro importante per la ricchezza di proposte prodotte, come quella, avanzata da Malki, di creare un Piano d’azione sul Final Status, da presentare a UE e USA; o quella di Menachem Klein, uno dei delegati israeliani, di organizzare una conferenza in Europa, con diversi movimenti israeliani e palestinesi favorevoli alla pace, per sensibilizzare l’opinione pubblica europea sul tema del conflitto e creare una più forte ed estesa pressione sui rispettivi governi.

Il seminario è stato realizzato con il supporto del Ministero degli Affari Esteri, della Regione Toscana e della Provincia di Pisa.

“Egitto e Israele. Prospettive del Processo di Pace”. 18-21 febbraio 1999, Milano

Un altro incontro rilevante, per i suoi elementi di novità, è stato quello organizzato fra alcuni rappresentanti egiziani dell’Egyptian Peace Movement e una delegazione di parlamentari israeliani del Likud. I partecipanti, guidati rispettivamente da Salah Bassiouny, Presidente dell’Egyptian Peace Movement, e dallo stesso Meir Sheetrit, hanno discusso sulle questioni relative alle prospettive del Processo di Pace e allo sviluppo dei rapporti bilaterali tra i due Paesi.

Il seminario è stato realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e del Comune di Milano.

“Likud e Al Fatah”. 21-24 maggio 1997, Montecatini

L’attività preparatoria per realizzare questo seminario riservato sul processo di pace israelo-palestinese-arabo è durata oltre un anno, ma è stata essenziale: l’incontro è stato infatti il primo in assoluto in cui parlamentari del Likud, la maggiore formazione politica di destra in Israele, e di Al-Fatah, il partito allora diretto da Yasser Arafat, hanno accettato di incontrarsi per discutere.

Le delegazioni erano guidate dall’israeliano Meir Sheetrit, allora Capo della Coalizione di maggioranza alla Knesset (poi entrato nel Kadima, e divenuto Ministro degli Interni), e dal palestinese Marwan Barghouti, membro del Consiglio Legislativo Palestinese, Segretario generale di Al-Fatah in Cisgiordania, in seguito leader della seconda Intifada e attualmente detenuto nelle carceri israeliane. I contatti stabiliti in quella occasione, particolarmente tra Sheetrit e Barghouti, hanno aperto un canale di comunicazione tra Netanyahu e Arafat, facilitando il raggiungimento degli accordi di Wye Plantation e il parziale ritiro israeliano da Hebron.

Il seminario è stato realizzato con il sostegno della Regione Toscana, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e l’Unione europea.

PIANO ARABO DI PACE

Dal 2008 il CIPMO ha tenuto diversi seminari che hanno avuto come riferimento il Piano di Pace Arabo del 2002, essenziale per la soluzione del conflitto.

Seminari Piano Arabo di Pace, 2010-2009

Ripartire dal piano arabo di pace. 3-5 luglio 2010, Milano

Si è svolto a Milano questo significativo seminario riservato tra importanti personalità ed esperti di sicurezza israeliani, egiziani, giordani, palestinesi di altri importanti Stati arabi e della Lega Araba. I partecipanti hanno discusso approfonditamente sulla situazione e sulla necessità di un nuovo approccio che consenta di rilanciare il processo di pace, a partire dal Piano di Pace Arabo, coordinando il sostegno alla costruzione di uno Stato palestinese con un approccio integrato dall’alto e dal basso.

Il seminario è stato realizzato in cooperazione con Amman Center for Peace and Development (ACPD), Economic Cooperation Foundation di Tel Aviv (ECF),  Palestinian Center for Strategic Studies (PCSS) di Ramallah e altri rilevanti Centri studi dell’area.
La sua realizzazione è stata resa possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri –Direzione Generale Mediterraneo e Medio Oriente e della Presidenza della Regione Lombardia, insieme a quello di Fondazione Cariplo.

La delegazione egiziana era guidata da Ezzedine Choukri Fishere, docente della American University del Cairo, già Consigliere del Ministro degli Esteri Egiziano. La delegazione giordana era guidata dal Generale Mansur Abu Rashid, direttore di Amman Center for Peace and Development e già coordinatore dei negoziati per il trattato di pace con Israele. La delegazione israeliana era guidata da Yair Hirschfeld, direttore di Economic Cooperation Foundation e negoziatore degli Accordi di Oslo. La delegazione palestinese dal Generale Jibril Al-Rajoub, direttore di Palestinian Center for Strategic Studies, Consigliere del Presidente Mahmoud Abbas per la sicurezza e già capo dei servizi di sicurezza palestinesi in Cisgiordania. Erano presenti inoltre personalità di altri importanti paesi arabi e un autorevole rappresentante della Lega Araba. Infine, il Direttore dell’UNRWA a Gaza, John Ging, ha dato un essenziale contributo alla discussione, rispetto alla attuale situazione esistente nella Striscia.

In apertura dei lavori, Paolo Alli, Sottosegretario di Regione Lombardia con delega EXPO 2015, nel dare il benvenuto ai convenuti ha sottolineato l’importanza che Regione Lombardia attribuisce alla pace in quell’area strategicamente determinante, e il costante impegno a sostenere le attività del CIPMO, di cui viene condiviso l’approccio bilanciato e realistico al problema.

Luigi Efisio Marras, Acting Direttore Generale per il Medio Oriente e il Mediterraneo del Ministero degli Esteri italiano, in un messaggio inviato al seminario ha anch’egli sottolineato l’impegno del Governo italiano a favore della pace nell’area e l’apprezzamento del ruolo del CIPMO, con cui il MAE intrattiene un costante rapporto di collaborazione.

Nel corso dei lavori si è dedicata una particolare attenzione al Piano di Pace Arabo del 2002, che resta un essenziale punto di riferimento per la soluzione del conflitto, affermando la disponibilità di tutti gli Stati arabi a riconoscere Israele se esso restituisce i Territori occupati nel ’67 (con possibili scambi territoriali concordati), accetta la creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est e una soluzione “giusta e concordata” del problema dei rifugiati.
In questa ottica, si è sottolineato come a settembre verranno a scadenza sia la moratoria sulle costruzioni proclamata dal Governo israeliano in Cisgiordania che i negoziati indiretti tra israeliani e palestinesi, mediati dagli Stati Uniti. A novembre inoltre si terranno le elezioni di mezzo termine negli USA. I rischi che intorno a quel periodo si addensino le probabilità di ulteriori crisi sono elevati, ed è necessario operare perché si passi al più presto a negoziati diretti tra le parti, anche trovando canali informali e ravvicinati.

É stata altresì sottolineata l’importanza del Piano presentato un anno fa dal Premier palestinese Salam Fayyad, che si propone di costruire uno Stato palestinese dal basso entro il 2011.

Vi è stato accordo unanime sul fatto che ogni progresso in tale direzione postula un approccio innovativo e creativo di tutte le parti interessate, e richiede altresì passi concreti verso il superamento della divisione interpalestinese, che deve essere favorito e non ostacolato dalla Comunità internazionale.

Vi è stato totale consenso sul ruolo essenziale che le diverse rappresentanze arabe, a partire dall’Arabia Saudita, dall’l’Egitto, dalla Giordania e dalle altre realtà dell’area, dovranno e potranno svolgere per superare l’attuale situazione di stallo e favorire la ripresa del processo negoziale.

Tutti hanno inoltre ribadito come la profondità del fossato tra le parti, determinata dalle condizioni di insicurezza e di frustrazione in cui vivono sia la popolazione israeliana che quella palestinese, deve essere superata attraverso la creazione di adeguati strumenti volti a garantire la sicurezza di tutte le parti. La sicurezza costituisce infatti un elemento portante di ogni possibile negoziato finale volto a risolvere il conflitto israelo-palestinese-arabo, con un possibile ruolo e una presenza di garanzia di forze internazionali e anche arabe. Ma la ricerca della sicurezza non può sostituire o essere pregiudiziale alla ricerca di un più complessivo approccio alla pace, nei suoi diversi aspetti politici, economici e territoriali.

Infine la discussione si è concentrata sulla situazione esistente a Gaza, e sulla necessità di superare l’attuale situazione di blocco economico. John Ging, Direttore dell’UNRWA nella Striscia, ha sottolineato come l’attuale blocco danneggia essenzialmente la popolazione e gli imprenditori, che sono interessati a una soluzione di pace, mentre rafforza l’economia criminale informale, che si fonda sul contrabbando attraverso i tunnel ed è collegata alle strutture del governo di Hamas. Costoro sono ostili alla normalizzazione della situazione e al superamento della divisione interpalestinese, perché dal prolungamento della situazione attuale traggono potere e ricchezza, mentre l’80% della popolazione si impoverisce sempre di più. É perciò necessario ripristinare al più presto e complessivamente la funzionalità dei valichi di frontiera, che è lo strumento più efficace per impedire il contrabbando delle armi e degli altri prodotti pericolosi per la sicurezza.

Il seminario si è concluso con una importante convergenza tra tutti i partecipanti, con l’individuazione di punti concreti su cui ora sviluppare un ulteriore comune lavoro.

Medio Oriente. Per un approccio globale alla pace. 28-31 gennaio 2010, Milano

Negli stessi giorni della visita del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in Israele, si è svolto a Milano questo significativo seminario riservato tra importanti personalità ed esperti di sicurezza israeliani, giordani, palestinesi e di altri importanti Stati arabi, che hanno discusso approfonditamente sulla situazione e sulla necessità di un nuovo approccio che consenta a partire dal Piano di Pace Arabo di rilanciare il processo di pace, superando il suo attuale stallo.

Il seminario è stato promosso dal CIPMO, in cooperazione con Amman Center for Peace and Development (ACPD), Economic Cooperation Foundation (ECF) di Tel Aviv, Palestinian Center for Strategic Studies (PCSS) di Ramallah e altri rilevanti Centri studi dell’area.

La sua realizzazione è stata resa possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale Mediterraneo e Medio Oriente- e della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano, insieme a quello di Fondazione Cariplo.

I lavori sono stati coordinati da Janiki Cingoli, direttore del CIPMO. La delegazione giordana era guidata dal Generale Mansur Abu Rashid, direttore di Amman Center for Peace and Development e già coordinatore dei negoziati per il trattato di pace con Israele. La delegazione israeliana era guidata da Yair Hirschfeld, direttore di Economic Cooperation Foundation e negoziatore degli Accordi di Oslo. La delegazione palestinese dal Generale Jibril Al-Rajoub, direttore di Palestinian Center for Strategic Studies, Consigliere del Presidente Mahmoud Abbas per la sicurezza e già capo dei servizi di sicurezza palestinesi in Cisgiordania. Erano presenti inoltre importanti personalità di altri paesi arabi.

In apertura dei lavori Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio Comunale di Milano, nel dare il benvenuto ai convenuti ha sottolineato l’importanza che il Comune di Milano attribuisce alla pace in quell’area strategicamente determinante, e il costante impegno a sostenere le attività del CIPMO, di cui viene condiviso l’approccio bilanciato e realistico al problema.

Nel corso dei lavori si sono individuati passaggi e fasi da sviluppare parallelamente, per superare la attuale situazione di pregiudiziali e veti contrapposti, e consentire un confronto concreto e ravvicinato sulle principali questioni connesse al negoziato finale.
Un’attenzione particolare è stata dedicata, in quest’ottica, al Piano di Pace Arabo del 2002, che resta un essenziale punto di riferimento per la soluzione del conflitto, affermando la disponibilità di tutti gli Stati arabi a riconoscere Israele se esso restituisce i Territori occupati nel ’67 (con possibili scambi territoriali concordati) ed accetta la creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est e una soluzione “giusta e concordata” del problema dei rifugiati.

Si è discusso della necessità di far comprendere alla opinione pubblica israeliana la rilevanza storica di questo approccio, anche individuando possibili iniziative e fasi intermedie di realizzazione del piano stesso.

É stata altresì sottolineata l’importanza del Piano recentemente presentato dal Premier palestinese Salam Fayyad, che si propone di costruire uno Stato palestinese dal basso entro i prossimi due anni.

Vi è stato accordo unanime sul fatto che ogni progresso in tale direzione postula un approccio innovativo e creativo di tutte le parti interessate, e richiede altresì passi concreti verso il superamento della divisione interpalestinese, che deve essere favorito e non ostacolato dalla Comunità internazionale.

Vi è stato totale consenso sul ruolo essenziale che le diverse rappresentanze arabe, a partire dall’Arabia Saudita, e includendo l’Egitto, la Giordania e altre realtà dell’area, dovranno e potranno svolgere per superare l’attuale situazione di stallo e favorire la ripresa del processo negoziale.

Tutti hanno inoltre ribadito come la profondità del fossato tra le parti, determinata dalle condizioni di insicurezza e di frustrazione in cui vivono sia la popolazione israeliana che quella palestinese, deve essere superata attraverso la creazione di adeguati strumenti volti a garantire la sicurezza di tutte le parti. La sicurezza costituisce infatti un elemento portante di ogni possibile negoziato finale volto a risolvere il conflitto israelo-palestinese-arabo, con un possibile ruolo e una presenza di garanzia di forze internazionali e anche arabe.
In questa ottica risulta essenziale favorire il consolidamento della tregua in atto sul confine di Gaza, garantendo la fine del lancio dei missili sulle città israeliane di confine e ponendo termine al blocco della Striscia di Gaza.

Il seminario si è concluso con una importante convergenza tra tutti i partecipanti, con l’individuazione di punti concreti su cui ora sviluppare un ulteriore comune lavoro.

Medio Oriente. Ripartire da dove? 18-21 novembre 2009, Milano

Il seminario è stato realizzato in collaborazione con Economic Cooperation Foundation (ECF) di Tel Aviv e Palestinian Center for Strategic Studies (PCSS) di Ramallah. La sua realizzazione è stata resa possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri – Unità di Analisi e Programmazione, della Regione Lombardia, della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano, della Fondazione Cariplo e della Fondazione tedesca Friedrich Ebert Stiftung. I lavori sono stati coordinati da Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO.

In apertura dei lavori Roby Ronza, Delegato del Presidente della Regione Lombardia per le relazioni internazionali, ha affermato: «Aspettiamo il raggiungimento di una soluzione positiva alla crisi israelo-palestinese. La pace, a lungo attesa, e la cooperazione tra la nazione palestinese e la nazione israeliana arrecherà benefici ad entrambe le parti e tutta la regione euro-mediterranea. Ne abbiamo tutti bisogno».

Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio comunale di Milano, ha detto: «Tutti, a partire dai Paesi confinanti e dall’Europa, devono contribuire a risolvere i problemi dell’area, e l’Egitto, in particolare, è determinante per i varchi sud che hanno effetti, come abbiamo visto recentemente, su tutta Israele».

Nel corso dei lavori si sono individuati passaggi e fasi da sviluppare parallelamente, per superare la attuale situazione di pregiudiziali e veti contrapposti, e consentire un confronto concreto e ravvicinato sulle principali questioni connesse al negoziato finale.
Un’attenzione particolare è stata dedicata, in quest’ottica, al piano recentemente presentato dal Premier palestinese Salam Fayyad, che si propone di costruire uno Stato palestinese dal basso entro i prossimi due anni.

Vi è stato accordo unanime sul fatto che ogni progresso in tale direzione postula un approccio innovativo e creativo da parte di tutte le parti interessate, e richiede altresì passi concreti verso il superamento della divisione interpalestinese, che deve essere favorito e non ostacolato dalla Comunità internazionale.

Vi è stato altresì totale consenso sul ruolo essenziale che le diverse rappresentanze arabe, a partire dall’Egitto, e includendo Giordania, Arabia Saudita, e altre realtà dell’area, dovranno e potranno svolgere per superare l’attuale situazione di stallo e favorire la ripresa del processo negoziale.

Tutti hanno inoltre sottolineato come la profondità del fossato tra le parti, determinata dalle condizioni di insicurezza e di frustrazione in cui vivono sia la popolazione israeliana che quella palestinese, deve essere superata attraverso il consolidamento della tregua in atto sul confine di Gaza, garantendo la fine del lancio dei missili sulle città israeliane di confine e ponendo termine al blocco della Striscia di Gaza.

Il seminario si è concluso con una importante convergenza tra tutti i partecipanti, con l’individuazione di punti concreti su cui ora sviluppare un ulteriore comune lavoro.

SOCIETA’ CIVILE – TRACK III

Workshop riservati con esponenti della società civile.

SINDACI

Due seminari dedicati ai “Sindaci per la Pace”  hanno trattato le questioni attinenti alla condizione specifica delle municipalità e al ruolo che i Comuni possono svolgere per costruire la pace.

Seminari Sindaci 2013-2010

“Israeli and Palestinian Mayors and Local Authorities for Peace” 4-7 marzo 2013, Torino

 
“La paralisi del processo negoziale tra israeliani e palestinesi, come sottolineato da Janiki Cingoli, direttore di CIPMO, dimostra la profondità del fossato apertosi tra le due società negli ultimi anni, e la crescente sfiducia nelle possibilità di pace. La crescita della tensione che si registra in questi giorni in Palestina ne è espressione evidente. Dopo il riconoscimento da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU quale Stato osservatore non membro, le elezioni israeliane, la annunciata visita di Obama nella Regione, vi sono segni di movimento. Ma le diplomazie da sole non bastano a costruire la pace ed è necessario che ponti di dialogo e comunicazione siano aperti dal basso tra segmenti specifici di tali società. Ecco perché assume particolare rilevanza questa iniziativa volta a creare canali di contatto e di possibile cooperazione tra municipalità israeliane e palestinesi, all’interno della quale l’Italia, e in particolare il Comune di Torino, potranno dare un contributo determinante nei campi di propria competenza.”
 
“Israeliani e Palestinesi sindaci per la Pace” è un progetto che Torino è fiera di ospitare. Questa – ha commentato il sindaco di Torino Piero Fassino – è una bella occasione per favorire dialogo e ricerca di soluzioni utili alla pace. E’ un incontro tra Sindaci, per provare le ragioni della convivenza e della collaborazione dopo lunghi anni di conflitti e contrapposizioni. Nelle Città ci sono le competenze, le strategie, le energie, le persone che possono davvero costruire sviluppo e pace”.
 
Hanno partecipato: Ghassan Al Shak’a, Sindaco di Nablus (Palestina) e membro del Comitato Esecutivo dell’OLP;  Moshe Sinai, Sindaco di Rosh HaAyin (Israele); Giuliana Tedesco, Assessore del Comune di TorinoJaniki Cingoli, Direttore del Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente, Geneva Initiative – Italy; Nidal Foqah, Direttore esecutivo di Geneva Initiative Palestine; Shlomo BromSenior Research Associate all’INSS – Institute for National Security Studies di Tel Aviv e membro di Geneva Initiative Israel; Paolo Ricci, portavoce degli Enti Regionali e Locali Italiani nel Palestinian Municipalities Support Program del Ministero Affari Esteri; Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino.
 
Seminario organizzato da CIPMO in collaborazione con i due Comitati per l’Iniziativa di Ginevral’israeliano Education for Peace e il palestinese Palestinian Peace Coalitionl’iniziativa è stata sostenuta dal Consolato italiano a Gerusalemmedal Comune di Torino e dalla Camera di commercio di Torino.
 

“Middle East: Local Authorities for Peace” 15-18 Novembre 2011, Torino 

Partecipants: Mrs. Ruth Wassermann Landa – Head of the Foreign Affairs Department at the Union of Local Authorities in Israel; Mr. Isam Akel – Secretary General of the Association of Palestinian Local Authorities; Nahum Hofri, Mayor of Ra’anana; Hasan Saleh, Mayor of Jericho; Mr. Kadura Phares – Former Minister of Prisoner Affairs in the Palestinian Authority.

 

“Mayors for Peace” 13-16 ottobre 2010, Milano

Quattordici sindaci ed esperti israeliani e palestinesi si sono incontrati a Milano per discutere della pace possibile e di quello che possono fare i Comuni per aiutarla a nascere.

Il seminario è stato inaugurato da una affollata conferenza pubblica, tenutasi a Palazzo Marino, aperta da un saluto del Sindaco Letizia Moratti, seguito da un altrettanto impegnato saluto del Vice Presidente della Provincia di Milano Novo Umberto Maerna, e da un messaggio di Paolo Alli, Sotto-Segretario del Presidente della Regione Lombardia per l’Attuazione del Programma Expo 2015. Erano presenti anche Paolo Ricci, portavoce del Palestinian Municipalities Support Program del Ministero degli Affari Esteri e Matteo Formara, addetto stampa della Rappresentanza a Milano della Commissione europea.

I lavori sono poi proseguiti per due giorni a porte chiuse, presso la sede di Regione Lombardia a Palazzo Pirelli.
Non si è trattato di colloqui formali e non sono mancati i momenti emozionanti: il Sindaco di Ashkelon, Benny Vaknin, ha comunicato ad un certo punto di aver ricevuto per sms la notizia che un razzo Qassam aveva colpito il territorio del suo Comune, ricevendo la convinta solidarietà dei sindaci palestinesi presenti. Tra gli altri primi cittadini israeliani, vi era anche quello di Dimona, nel Negev, (dove è ubicato il sito nucleare israeliano), che è stato tra i più attivi nel corso della discussione.
Tra i sindaci palestinesi, vi era Hani Hayek di Beit Sahur, un Comune simbolo della resistenza palestinese per il prolungato sciopero fiscale condotto negli anni ottanta, cui lo stesso Hayek aveva partecipato finendo per lungo tempo in prigione.
I lavori si sono sviluppati su due piani: da un lato, l’esame analitico dei temi più spinosi del conflitto, inclusi quelli di Gerusalemme e dei rifugiati. Dall’altro, le questioni attinenti alla condizione specifica delle municipalità e al ruolo che i Comuni possono svolgere per costruire la pace. Importanti i legami anche umani che si sono costruiti, e la possibilità di apprendere direttamente e senza filtri i reciproci problemi e le difficoltà di ogni giorno.
Ma ancora più rilevanti le decisioni prese alla fine del seminario: la costituzione di un coordinamento comune di sindaci israeliani e palestinesi e delle rispettive associazioni, guidato da un comitato esecutivo ristretto, la organizzazione ad Ashkelon di una grande Convention di sindaci israeliani e palestinesi e di altre iniziative a Dimona nel campo dei giovani e dell’educazione. A queste iniziative dovrebbero corrispondere iniziative parallele nelle città palestinesi. È stata lanciata altresì l’idea che i sindaci israeliani invitino esponenti palestinesi a tenere conferenze in ebraico nelle rispettive città per coinvolgere la popolazione. Queste tra le idee più importanti, cui i comitati israeliano e palestinese dell’Iniziativa di Ginevra e lo stesso Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente, che avevano promosso il seminario, si sono impegnati a fornire il massimo appoggio. Quello che si può dire è che un muro è caduto e che ora si vuole lavorare insieme per costruire la pace.

Organizzata da CIPMO in collaborazione con i due Comitati per l’Iniziativa di Ginevra, l’israeliano Education for Peace e il palestinese Palestinian Peace Coalition, l’iniziativa “Israeliani e Palestinesi sindaci per la Pace” è stata realizzata grazie al contributo di Comune di Milano, Provincia di Milano, Regione Lombardia, Rappresentanza a Milano della Commissione europea e Consolato italiano a Gerusalemme.

YOUNG LEADERS

Seminari tra giovani leader israeliani e palestinesi, espressione di diversi partiti politici, di organizzazioni sociali ed economiche. Questi giovani possono influenzare i loro gruppi di riferimento, contribuendo così in maniera significativa al processo di pace.

Seminari Young Leaders, 2015-2004

Seminario tra giovani leader israeliani e palestinesi. Settembre 2015, Milano

Tra il 17 ed il 20 settembre 2015, 16 giovani leader palestinesi ed israeliani hanno partecipato a Milano ad un seminario organizzato dal Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente (CIPMO) in collaborazione con i Comitati dell’Iniziativa di Ginevra, l’israeliano H.L. Education for peace e il palestinese Palestinain Peace Coalition. Il progetto è stato finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Partnership for Peace, volto a sostenere e promuovere le condizioni per una risoluzione duratura del conflitto arabo-israeliano attraverso progetti rivolti alla società civile ed il coinvolgimento positivo della cittadinanza.

Le delegazioni erano composte da 16 giovani leader israeliani e palestinesi, espressione di diversi partiti politici, di organizzazioni sociali ed economiche e che, nonostante la giovane età, occupano ruoli di rilievo nelle rispettive società.

Il seminario si è strutturato in due sessioni separate, ciascuna delle quali si è focalizzata su una tematica differente. Al fine di promuovere un dibattito aperto tra i partecipanti, ciascuna sessione si è aperta con una breve presentazione orale resa da un membro di ciascuna delle due delegazioni.

Il dibattito tra i partecipanti al seminario ha testimoniato la crescente consapevolezza di entrambe le parti in merito ai problemi che hanno portato allo stallo tutti i tentativi di negoziato, nonché in merito alla necessità di superare quest’impasse.

Ciascun partecipante ha inoltre avuto l’opportunità di esprimere la propria posizione circa la situazione, ragionando altresì su quali potessero essere i temi da sollevare in (una futura) sede negoziale.

Sia i partecipanti israeliani che quelli palestinesi hanno espresso pessimismo relativamente alla vittoria della destra, guidata da Benjamin Netanyahu, alle elezioni di marzo 2015. In particolare, la delegazione israeliana ha sottolineato come il consenso crescente e la politica egemonica della destra israeliana fossero fattori negativi per la continuazione del processo di pace. Inoltre, entrambe le delegazioni hanno insistito sull’isolamento e marginalizzazione di qualsivoglia forma di estremismo dalla politica. I palestinesi, in particolare, hanno invocato un maggiore ruolo della comunità internazionale al fine di risolvere i problemi che ostacolano nuovi accordi.

Al termine dei lavori, entrambe le delegazioni hanno manifestato la loro speranza per il futuro e hanno convenuto sul fatto che un cambiamento reale è possibile solo se entrambe le parti hanno la volontà di ascoltare e capire l’altro.

Seminario tra giovani leader israeliani e palestinesi. Maggio 2013, Milano

A fine maggio CIPMO ha promosso un seminario congiunto per giovani leader politici palestinesi e israeliani. Il seminario, della durata di quattro giorni, si è svolto con la presenza di importanti esperti.
Vi hanno partecipato sedici giovani leader israeliani e palestinesi, espressione di diversi partiti politici, di organizzazioni sociali ed economiche, i quali, nonostante la giovane età, occupano ruoli di rilievo nelle rispettive società. Tra i partecipanti israeliani vi erano assistenti parlamentari del Yesh Atid, del Ha’Tnua e del Partito Laburista, ma anche attivisti politici del Likud e del Meretz. Tra i palestinesi, dirigenti di ONG e attivisti politici attivi nel Peace Camp.
Roberto Santaniello, Direttore del Settore Relazioni Internazionali del Comune di Milano, ha aperto i lavori portando il saluto a nome del Sindaco Pisapia.

Il progetto è stato realizzato dal CIPMO nell’ambito del Programma Partnership for Peace della Commissione europea, insieme ai Comitati di Ginevra israeliano e palestinese.
Il seminario infatti si è svolto nel quadro delle attività dell’Iniziativa di Ginevra, il modello di Accordo di pace promosso dagli ex ministri Yossi Beilin (Israele) e Yasser Abed Rabbo (Palestina) insieme a un folto e qualificato gruppo di personalità israeliane e palestinesi, di cui il CIPMO coordina dal dicembre 2003 il Comitato Italiano di Appoggio.

La scelta di localizzare a Milano il seminario è stata data dalla difficoltà estrema per israeliani e palestinesi di incontrarsi nei loro paesi, dato che i palestinesi difficilmente riescono a entrare in Israele, e gli Israeliani nei Territori palestinesi. Il seminario ha quindi offerto ad un selezionato gruppo di questi giovani, spesso per la prima volta, la possibilità di stare insieme e di conoscersi, in un clima sereno, per comprendere le ragioni dell’altro.

Dopo la seconda Intifada i rapporti di collaborazione tra la parte israeliana e la parte palestinese si sono infatti ridotti quasi a zero. Oggi, dopo anni di violenza, paura e demonizzazione del nemico, è importante riallacciare tali relazioni e spezzare l’incomunicabilità. Dato lo stallo cui è giunto il processo negoziale israelo-palestinese, è evidente la necessità di tenere aperti canali di comunicazione e dialogo tra le parti guardando al futuro, al ruolo che possono svolgere le giovani generazioni per realizzare ciò che i vecchi leader non sono riusciti a fare: la pace.

In questo contesto, particolare rilevanza assumono le iniziative volte a creare canali di comunicazione e di possibile cooperazione tra “Giovani leader”. Infatti questi giovani possono influenzare i loro gruppi di riferimento, contribuendo così in maniera significativa al processo di pace. I futuri dirigenti israeliani e palestinesi hanno un ruolo essenziale perché rappresentano la futura leadership di queste organizzazioni e possono essere determinanti nella loro evoluzione, per l’apporto di visioni nuove e libere dai condizionamenti del passato e perché hanno una mentalità e un linguaggio in grado di porli in contatto diretto con le nuove generazioni, di percepirne umori e aspirazioni.

 

Seminario tra giovani imprenditori israeliani e palestinesi. 24-27 novembre 2010, Torino

Si è ritenuto di proporre per l’anno 2010 un seminario tra giovani imprenditori israeliani e palestinesi. Occorre tener presente che incontri di questo tipo, data la situazione degli ultimi anni, si sono fatti sempre più rari. È stata questa una delle prime occasioni per rilanciare il dibattito sulle tematiche economiche tra imprenditori israeliani e palestinesi, anche in considerazione della ripresa dei negoziati indiretti tra le parti annunciata recentemente.

I quattordici imprenditori presenti hanno potuto approfondire le possibilità di collaborazione reciproca nonché incontrarsi, sia congiuntamente sia separatamente, con un gruppo di imprenditori piemontesi, con i rappresentanti delle organizzazioni economiche della Regione e con i rappresentanti di organizzazioni di formazione professionale italiane. Ciò ha permesso loro di esplorare possibili forme di collaborazione business to business nonché di verificare le possibilità di interazione economica con la realtà piemontese nel suo complesso. In tal senso, il coinvolgimento di ITCILO, l’International Training Center della International Labour Organization, l’istituto di formazione con sede a Torino dove professionisti di ogni parte del mondo confrontano le loro esperienze, nonché il confronto con le organizzazioni artigiane e delle PMI del Piemonte, potrebbero costituire l’occasione per costruire possibili e interessanti opportunità di cooperazione.  Al termine del primo giorno di lavori è stato realizzato uno specifico incontro con esponenti del mondo economico piemontese, nell’ottica qui sopra delineata. I partner locali previsti sono i Comitati israeliano e palestinese dell’Iniziativa di Ginevra, il palestinese Palestinian Peace Coalition e l’israeliano Education for Peace.  Il seminario è stato sostenuto dalla Camera di Commercio di Torino e dal Ministero Affari Esteri – Unità di Analisi e Programmazione.

 

Young Political Leaders VI. 4-7 novembre 2009, Roma

Il seminario tra giovani leaders palestinesi e israeliani si è concentrato sul ruolo e sulle sfide attuali che  devono affrontare le organizzazione del “peace camp”. Scopo del seminario era quello accrescere la capacità di giovani impegnati in attività di pace nel giocare un ruolo di leader nei rispettivi “Peace camps”. L’obbiettivo del seminario è stato quindi quello di rafforzare la loro abilità di influenzare sia l’opinione pubblica che gli attori politici.  Questo evento è stato promosso dal CIPMO in cooperazione con il palestinese Panorama Center, l’israeliano Peres Center for Peace e il Forum delle ONG israelo-palestinesi. La realizzazione di questa iniziativa è stata possibile grazie al sostegno della Regione Lazio e alla cooperazione della Provincia di Roma.

Per proporre punti di vista innovativi e formulare nuove proposte, i partecipanti hanno esaminato da un lato i successi e gli insuccessi avutisi nel corso delle attività a favore della pace a partire dagli anni `90, dall’altro l’impatto passato e presente dei progetti di peacebuilding e della cooperazione tra israeliani e palestinesi. Attraverso una riflessione collettiva, i partecipanti hanno provato a definire il ruolo dei giovani, all’interno delle rispettive società, per riuscire a porre fine al conflitto, mettendo in discussione gli attuali presupposti e i metodi utilizzati fino ad ora per dare vita a nuove prospettive e a specifici piani di azione. Nel corso di questi incontri i membri delle delegazioni hanno avuto l’opportunità di discutere possibili forme di cooperazione da realizzare in futuro.
In aggiunta, nel corso di una sezione speciale del seminario, si è tenuto un incontro tra il Forum Nazionale dei Giovani, guidato da Noemi Ruzzi, Segretario Generale, e Giovanni Corbo, responsabile delle relazioni internazionali del Forum. Insieme hanno discusso su possibili forme di collaborazione che includerebbero scambi di delegazioni e ulteriori seminari per giovani leader da ospitare a Roma nei prossimi anni.
Il seminario si è concluso con la decisione dei partecipanti di creare un gruppo di giovani leader israeliani e palestinesi che lavoreranno insieme, unilateralmente e bilateralmente.
Janiki Cingoli, direttore del CIPMO, ha ricordato che “il centro ha già organizzato numerosi seminari di giovani leaders. Questo testimonia l’attenzione del CIPMO nei confronti di questi giovani che, essendo meno ancorati nei tradizionali schemi e nel vecchio odio, possono riuscire a superare le difficoltà incontrate attualmente dai movimenti di pace nella regione. “Questi giovani leaders”, conclude il direttore, “ possono essere nuovi attori in grado di proporre approcci innovativi più vicini allo stesso senso comune della popolazione”.

Nancy Sadiq, Direttrice del palestinese Panorama Center, sottolinea il ruolo dei giovani leader: “Crediamo che i giovani attivisti che si adoperano per la pace abbiano il potenziale e la capacità di affrontare seriamente le sfide attuali in maniera innovativa, non tradizionale. I giovani costituiscono la maggioranza della società palestinese e di quella israeliana e dovrebbero avere l’opportunità e gli spazi necessari per dare voce alle alternative e sostenere attività che daranno origine a nuove idee nel campo della pace”.

“Essendo io stessa un’attivista – aggiunge Sivan Gal-Yahav, del Peres Center for Peace, coordinatrice del Forum delle Ong israelo-palestinesi – soffro l’assenza e lo scarso coinvolgimento dei giovani nel movimento per la pace. Negli ultimi anni la disperazione e la mancanza di speranza hanno sempre più caratterizzato il contesto politico della nostra regione, allontanando i giovani dall’attivismo politico, tanto all’interno della società civile che a livello locale e nazionale. Spero che questo seminario sia un punto di partenza per risolvere questi fenomeni negativi”.

Il seminario era stato inaugurato dal discorso di benvenuto pronunciato dall’ambasciatore Giancarlo Riccio, Consigliere diplomatico della Presidenza della Regione Lazio. Durante il seminario le delegazioni hanno incontrato il Consigliere Davide La Cecilia, responsabile del desk mediorientale del Ministero degli Esteri e Tobia Zevi, responsabile delle relazioni internazionali della Provincia di Roma.

 

Young Political Leaders V. 24-27 giugno 2008, Torino

Questa occasione di incontro è stata molto importante perché i giovani coinvolti (sette delegati per parte) hanno discusso in maniera informale e riservata degli sviluppi recenti nell’area. Particolare enfasi è stata data al Modello proposto dall’Accordo di Ginevra, che è ritenuto ancora oggi un punto di partenza valido per portare avanti i negoziati di pace, in particolare dopo il vertice di Annapolis e la ripresa dei negoziati sul Final Status.

L’Iniziativa di Ginevra è un modello di accordo di pace tra israeliani e palestinesi, promosso dagli ex ministri Yossi Beilin (Israele) e Yasser Abed Rabbo (Palestina), che è stato firmato a Ginevra il 1° dicembre 2003. Si tratta di un testo informale, ma le personalità che lo hanno siglato sono tra gli attori protagonisti del processo di pace israelo-palestinese.  I partner che hanno preso parte a questa attività e che hanno selezionato i partecipanti sono l’ONG palestinese Palestinian Peace Coalition, diretta da Nidal Foqah, e H.L. Education for Peace, diretta da Gadi Baltiansky, le organizzazione congiunte israelo-palestinesi dell’Iniziativa di Ginevra. I giovani delle due delegazioni si sono incontrati in un clima informale e rilassato, e hanno avuto modo di discutere della situazione attuale in Israele e Palestina, confrontando le loro esperienze e i loro diversi punti di vista. Attraverso la divisone in gruppi di lavoro specifici, hanno potuto approfondire idee e progetti, ed elaborare strategie per l’implementazione di proposte concrete.

Un pomeriggio è stato dedicato all’incontro con un gruppo di giovani italiani, impegnati nella vita politica e culturale nel territorio piemontese. Questo incontro trilaterale è stato di grande interesse sia per la realizzazione di futuri progetti congiunti che per la creazione di un Network di giovani impegnati nella difficile sfida di diffondere una cultura della pace.  Il pomeriggio del 26 giugno si è tenuto, presso il Circolo dei Lettori, un evento pubblico a cui hanno preso parte come relatori i due capi-delegazione: per la parte israeliana Avshalom Vilan, deputato alla Knesset del partito Meretz e tra i fondatori di Peace Now, mentre per la parte palestinese Saman Khoury, firmatario dell’Accordo di Ginevra e Consigliere del Segretario Generale dell’OLP. Il seminario è stato realizzato grazie al contributo della Regione Piemonte – Assessorato alle politiche giovanili e della Camera di Commercio di Torino.

 

Young Political Leaders IV. 12-15 luglio 2007, Torino

Il seminario riservato fra giovani leader israeliani e palestinesi è stato organizzato dal CIPMO, in collaborazione con il Peres Center di Tel Aviv e il Panorama Center di Ramallah, e con il supporto della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo e Torino Spiritualità.
L’incontro si è tenuto in un momento particolarmente delicato per il Medio Oriente. La drammatica svolta avvenuta a Gaza, con il colpo militare realizzato da Hamas, rende quanto mai urgente moltiplicare gli sforzi per costruire la pace in questa martoriata regione.  Al fianco della diplomazia ufficiale, può svolgere un ruolo fondamentale l’incontro, in un paese come il nostro, tra esponenti della società civile dei due popoli, per permettere loro di lavorare insieme in un territorio neutro.

I presenti: personalità di diverso orientamento politico, gli israeliani, guidati da Mossi Raz, già membro della Knesset e firmatario dell’Accordo di Ginevra, sono membri del Kadima, Labor, Meretz; i palestinesi, guidati da Sam’an Khouri, Direttore Generale del Peace & Democracy Forum e a sua volta firmatario dell’Accordo di Ginevra, sono rappresentanti di varie ONG e di organizzazioni coinvolte nel processo di pace ed espressione di diverse tendenze aderenti all’OLP.
Il delegati si erano già conosciuti in un precedente seminario, svoltosi l’anno passato a Biella. Questo ha enormemente favorito lo sviluppo del discorso, che si è articolato su diversi argomenti, dalla situazione attuale in Medio Oriente, agli umori interni delle società, a temi spinosi quali il conflitto interno palestinese e la crisi della attuale leadership israeliana.
Comune è stata la volontà di discutere sulla rilevanza del Piano arabo di pace, recentemente rilanciato dal Vertice di Riad, su cui si è concordato di organizzare una specifica iniziativa a Gerusalemme.
La discussione si è concentrata anche su argomenti più operativi, quali la realizzazione di un libro, da parte dei presenti, composto da articoli scritti a quattro mani (da un israeliano e un palestinese) sul rispettivo modo di vivere nel conflitto, iniziativa unica nella storia del conflitto.
Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO, ha fornito, a inizio lavori, un’analisi del contesto politico attuale nella regione. “E’ evidente che il processo di pace a tappe è finito in un vicolo cieco. La grave crisi determinatasi con il colpo di forza di Hamas a Gaza è anche conseguenza dei ritardi e degli errori della Comunità internazionale, che non ha adeguatamente sostenuto e riconosciuto il passato Governo di Unità nazionale. Ora si deve spingere per riaprire il dialogo interpalestinese, e intanto si deve favorire l’adozione, da parte israeliana, di misure urgenti per costruire la fiducia e rafforzare Abu Mazen”.
Anche Antonella Parigi, Presidente di Torino Spiritualità, è intervenuta nella sessione iniziale, accogliendo i delegati. “Torino è la città ideale per organizzare questi incontri”, ha detto, “perché è da sempre un laboratorio di idee e di democrazia. Noi crediamo fortemente nella tolleranza e nel rispetto delle diverse identità. E l‘identità, secondo noi, passa attraverso il riconoscimento di sé stessi come  cittadini. Per questo ci interessano così tanto le iniziative del CIPMO”. 

All’incontro hanno portato un saluto anche Mario Gioannini, della Compagnia di San Paolo e Mariapiera Genta, della Regione Piemonte, la quale ha riconfermato l’interesse della Regione a sostenere nuove iniziative di dialogo del CIPMO.
“Questo incontro è estremamente importante”, ha detto il capo delegazione israeliano nel suo intervento. “I partecipanti hanno l’opportunità di incontrare “l’altra parte” e dichiarano di sentirsi via via sempre più moderati nel loro approccio alla situazione, grazie al confronto con nuovi amici”. Il capo delegazione palestinese ha, invece, sottolineato il ruolo delle nuove generazioni: “I giovani sono molto importanti, soprattutto considerando che l’età media di israeliani e palestinesi è molto bassa.”

Il seminario si è concluso con il comune impegno a portare avanti il lavoro insieme, attraverso la realizzazione di un forum di discussione su Internet, promuovendo incontri periodici nell’area di Gerusalemme, e sviluppando all’estero, e in particolare in Italia, con la collaborazione del CIPMO, nuovi incontri di approfondimento anche sui problemi più complessi legati al Final Status. I delegati presenti si sono inoltre impegnati a diffondere nei rispettivi partiti e organizzazioni le proposte elaborate in comune.

 

Young Political Leaders III. 17 e 18 settembre 2006, Biella e Torino 

Organizzato dal CIPMO in collaborazione con il Peres Center di Tel Aviv e il Panorama Center di Ramallah, e con il supporto della Provincia di Biella e di Torino Spiritualità.

L’incontro si è tenuto in un momento di svolta in Medio Oriente. La fine della guerra in Libano ha aperto nuovi scenari nei quali la creatività della diplomazia informale, con il contributo delle diverse Autorità locali, può svolgere un ruolo di grande rilievo.

Le due delegazioni presenti erano composte ciascuna da sette membri, di diverso orientamento politico: quella israeliana, guidata da Mr. David Zucker, per lungo tempo membro della Knesset e tra i cinque fondatori di “Peace Now”, comprendeva membri del Kadima, Labour, Meretz; quella palestinese, guidata da Sam’an Khouri, Direttore Generale del Peace & Democracy Forum e firmatario dell’Iniziativa di Ginevra, era composta da rappresentanti di varie ONG e di organizzazioni coinvolte nel processo di pace ed espressione di diverse tendenze aderenti all’OLP.

All’incontro, presieduto da Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO, hanno portato il loro saluto: Ginevra Oliva, del Ministero degli Affari Esteri Italiano; Sergio Scaramal, Presidente della Provincia di Biella, il quale ha manifestato interesse a ospitare il prossimo anno un nuovo incontro di giovani leader israeliani e palestinesi. Sono inoltre intervenuti Diego Siragusa, Vice sindaco di Biella; Michelangelo Pistoletto, Direttore di Cittadellarte.  Le due giornate di lavoro, svoltesi con grande passione e rispetto reciproco, sono iniziate con un’esposizione di ognuna delle due delegazioni sulla situazione e le tendenze in atto nel proprio campo. La discussione non ha evitato i temi più spinosi, come la questione del terrorismo o quella dei prigionieri palestinesi e dei soldati israeliani rapiti, ma lo sforzo comune ha visto tutti fortemente convinti a concentrarsi sul futuro e su ciò che è possibile fare per superare l’attuale blocco del processo di pace. Sono state poi analizzate le nuove capacità di intervento dell’Europa e dell’Italia, ed il nuovo rilievo assunto dall’ONU nella soluzione delle crisi, anche attraverso una puntuale esposizione della Dr.ssa Ginevra Oliva. Il seminario si è concluso con il comune impegno a portare avanti il lavoro insieme, attraverso la realizzazione di un forum di discussione su Internet, promuovendo incontri periodici nell’area di Gerusalemme, e sviluppando all’estero, ed in particolare in Italia, con la collaborazione del CIPMO, incontri di approfondimento tematico sui problemi più complessi (Gerusalemme, prigionieri etc.). I delegati presenti si sono inoltre impegnati a diffondere nei rispettivi partiti e organizzazioni le proposte elaborate in comune.

 

Young Political Leaders II.  16-20 dicembre 2005, Milano

Seminario a porte chiuse fra esponenti politici israeliani e palestinesi di diversi schieramenti, promosso e organizzato dal CIPMO insieme con il Peres Center di Tel Aviv e il Panorama Center di Ramallah.

All’incontro hanno partecipato 15 delegati, israeliani e palestinesi. La delegazione israeliana era composta da rappresentanti del Kadima (il nuovo partito di Sharon), del Labour, del partito YAHAD Meretz e da due partiti religiosi, Shas e Agudat Israel; la delegazione Palestinese era invece composta da giovani leader con differenti background politici oltre che da rappresentanti di diverse ONG che lavorano per la promozione della pace.

La presenza dei rappresentanti del Kadima e dei partiti religiosi israeliani, non appartenenti alle forze tradizionalmente impegnate nel processo di pace, ha costituito un elemento di novità rispetto alle precedenti esperienze.

I giovani partecipanti avevano già preso parte ad altri precedenti meeting a Milano, a Cipro e in Giordania, nei quali avevano affrontato diverse tematiche rilevanti sul conflitto israelo-palestinese. In quel particolare momento di svolta in Medio Oriente, i delegati hanno discusso in modo aperto, franco e sincero sugli sviluppi della presente situazione politica in entrambi i paesi, sottolineando la necessità di non interrompere il rapporto instaurato e di continuare con l’impegno comune per rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione della pace.

Danny Rubinstein, noto editorialista del quotidiano Israeliano Haaretz, ha partecipato all’incontro, e ha fornito una analisi sottile dei cambiamenti politici in atto da entrambe le parti. Ginevra Oliva, Primo Segretario alla Divisione Generale dei Paesi del Mediterraneo e Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri, ha illustrato ai presenti la posizione italiana rispetto al conflitto israelo-palesinese. I delegati hanno inoltre incontrato alcuni giovani imprenditori e manager italiani, partecipanti al Servizio Leader del Futuro di Ambrosetti.

 

Young Political Leaders I. 12 e 13 marzo 2004, Milano

Il 12 e 13 marzo 2004 il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente ha organizzato a Milano, in collaborazione con Panorama Center di Ramallah e con Peres Center for Peace di Tel Aviv, un seminario a porte chiuse tra giovani leaders politici israeliani e palestinesi (9 rappresentanti per parte). Il seminario era sostenuto dal Ministero degli Esteri e dal Comune di Milano e vi ha preso parte un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, il Consigliere Luca Fratini.

I presenti hanno discusso con estrema franchezza le problematiche delle forze politiche israeliane, di destra e di sinistra, e la loro situazione attuale, il tema dell’erezione della “barriera di sicurezza” israeliana e l’eventualità di una presenza internazionale in Terrasanta.

Al temine del Seminario, i partecipanti hanno espresso il desiderio di incontrarsi di nuovo, per lavorare sulle tematiche affrontate in modo più strutturato, pur mantenendo lo spazio per un dialogo franco e informale. Ci sono pervenute tre lettere di forte apprezzamento per l’iniziativa, i suoi intenti e il modo in cui è stata organizzata, da parte di Ron Pundak, Direttore del Peres Center for Peace, Riad Malki, Direttore del Panorama Center, e Tomer Ashwal (la sua lettera è arrivata a noi tramite il Peres Center, a cui era stata inviata). Anche il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, ha manifestato apprezzamento, incontrando i Capi delegazione e inviandoci successivamente una lettera nella quale ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa e delle attività del Centro, e ha ribadito la disponibilità a sostenere e appoggiare future iniziative che vadano nella medesima direzione.

 

 

WOMEN LEADERS

Un altro aspetto importante dell’attenzione rivolta alla società civile riguarda le iniziative dedicate alle giovani donne. Alla base, vi è la convinzione che le donne possano svolgere un ruolo essenziale per abbattere i muri dell’odio e dell’incomunicabilità, e per dare un futuro ai loro figli. Le donne, infatti, per la loro capacità di generare e quindi di creare la vita, possiedono una particolare forma di sensibilità e di forza.

Seminari Women Leaders, 2012-2008

Donne palestinesi e israeliane. Aprile 2014, Milano

Seminario promosso da CIPMO,  insieme ai due Comitati di Geneva Initiative, l’israeliano H.L. Education for Peace e il palestinese Palestinian Peace Coalition. Il seminario ha promosso un confronto tra donne israeliane e palestinesi sul negoziato di pace, rafforzando il ruolo delle donne nel sostenere la pace. Le 13 donne partecipanti erano donne di primo piano dell’arena sociale, politica e pubblica. La delegazione israeliana  era composta  da due accademiche, esperte di conflict resolution e di studi di genere, una rappresentante  del city council, un’attivista, nota giornalista, un’esperta di social media nel mondo arabo e una manager di una nota agenzia di pubbliche relazioni. Nella delegazione palestinese era presente un’ambasciatrice e former minister, una fondatrice di un’organizzazione per l’empowerment delle donne e donne che hanno ricoperto un ruolo chiave nel governo (commissione Gioventù e Sport, Palestinian Land authority, ufficio del Primo Ministro e team di comunicazione dei negoziati). Il gruppo creatosi grazie al seminario includeva donne di diversi backgrounds, età ed esperienza.

Donne palestinesi e israeliane a Roma per parlare di pace. Maggio 2012, Roma

Maurizio Debanne (Repubblica):Sette israeliane e sette palestinesi, si sono incontrate per superare le barriere fisiche, umane e culturali. In un hotel si sono riunite per un seminario a porte chiuse sul ruolo delle donne nel processo di pace. L’iniziativa è stata organizzata dal CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente), insieme al Comitato israelo-palestinese per l’Accordo di Ginevra, e realizzata grazie al contributo della Commissione europea.

Il muro, i check point, i permessi che non arrivano mai, non consentiva loro di vedersi a Gerusalemme, Tel Aviv o Ramallah. Pazienza, per fortuna hanno inventato l’aereo. Ecco perché quattordici donne, sette  israeliane e sette palestinesi, si sono incontrate a Roma per superare queste barriere fisiche che spesso divengono barriere umane e culturali. In un hotel poco distante da Trastevere si sono riunite per un seminario a porte chiuse sul ruolo delle donne nel processo di pace. L’iniziativa è stata organizzata dal CIPMO, insieme al Comitato israelo-palestinese per l’Accordo di Ginevra, e realizzata grazie al contributo della Commissione europea.

La 4 giorni nella capitale. Quattro giorni nella capitale sono più che sufficienti per chi non è abituato a guardare l’altro negli occhi. Forse anche troppi per Nilly, 36 anni e residente in Tel Aviv, che per la prima volta nella sua vita incontra dei palestinesi. Non è un film, ma si può dire tranquillamente “buona la prima”. Fa più domande di tutti, il suo disorientamento è totale. Scopre cosa sono realmente i 27 check point con cui Israele controlla il movimento di persone e beni sul territorio palestinese. Nancy, giovane avvocato di Ramallah, è incredula. I checkpoint di cui Nilly a malapena conosce l’esistenza, sono ciò che ostacola la vita del popolo palestinese, è ciò che secondo i dati della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale stanno contribuendo ad affossare l’economia della Cisgiordania. Ma la forza di queste donne, e lo scopo del loro incontro, è proprio voler superare questi ostacoli con il confronto. La questione centrale qui è “lasciarsi alle spalle il pregiudizio dell’odio”, spiega Noga, leader del movimento studentesco del partito laburista all’Università di Gerusalemme. E i pregiudizi cadono, insieme alle barriere che alimentano, intorno ad un tavolo dove la propria esperienza trova orecchie abbastanza forti per ascoltare.

Passione e pragmatismo. Il seminario si è tenuto alla Camera dei Deputati per un confronto con due parlamentari del Comitato per le pari opportunità sulla disparità tra uomo e donna in politica come nella società. Emilia De Biasi, del PD, e Paola Pelino, del PDL, hanno esposto i punti di forza e di debolezza del nostro paese che vede oggi tre importanti ministri donna ma ancora un Parlamento che fatica ad approvare efficaci provvedimenti in difesa delle pari opportunità. Seppur fiere delle loro 5 ministre (educazione, cultura, turismo, donne, affari sociali), le palestinesi hanno sottolineato come la battaglia per i diritti delle donne sia fuori dall’agenda politica che, per forza di cose, è dettata dall’impegno per la fine dell’occupazione israeliana. Di riflesso in Israele, che conta due ministri donna, la concentrazione è massima sui temi relativi alla sicurezza, nei quali le signore vengono spesso ritenute meno preparate e per questo scartate da incarichi politici di primo piano. Tal, giornalista israeliana, sollecita tutte ad un wake up call (sveglia). “Passione e pragmatismo”, questo il mix perfetto che possono offrire le donne nel processo di pace. “Le donne guardano gli interessi degli altri senza eliminare i propri” – aggiunge Ortlal, 29 anni con alle spalle un master in negoziazione – e “sono le migliori nella negoziazione “win to win” che permette a ciascuno di arrivare al proprio obiettivo”.

Tutto ciò non resterà una parentesi. I quattro giorni romani non resteranno una parentesi nelle loro vite. Il progetto prevede che queste quattordici donne torneranno a rivedersi presto. Ma non bisognerà aspettare tantissimo se verrà accettato l’invito che Assmaa, una ragazza arabo israeliana, ha lanciato a tutte nell’ultima sessione di lavori: “Mio padre ha una bella casa con un giardino a Gerusalemme Est pronta ad accogliervi”. Da oggi il mondo conta un nuovo giardino di pace.

 

Israeli and palestinian women leaders. 3-5 marzo 2011, Roma

Quattordici donne israeliane e palestinesi si sono incontrate in questi giorni a Roma, con l’obiettivo comune di mettere fine ai drammatici conflitti tra i loro paesi. La scelta di localizzare in Italia il seminario è stata determinata dall’estrema difficoltà per israeliani e palestinesi di incontrarsi in Israele e in Palestina, dati i noti impedimenti alla mobilità sul territorio. Per alcune di loro questa è stata la prima occasione di incontro con donne dell’altra parte e ciò ha creato una atmosfera particolarmente intensa e partecipata.

L’incontro è stato promosso dal Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente – CIPMO, in collaborazione con i Comitati israeliano e palestinese di sostegno all’Iniziativa di Ginevra, il modello di accordo di pace proposto nel 2003 dagli ex ministri Yossi Beilin (Israele) e Yasser Abed Rabbo (Palestina). L’iniziativa è stata sostenuta dalla Provincia di Roma e dal Ministero degli Affari Esteri (Unità di Analisi e Programmazione).

L’Assessore provinciale alla Cultura, Cecilia D’Elia, ha voluto incontrare personalmente le partecipanti all’incontro per portare il suo personale supporto all’iniziativa. Ha fatto seguito una conferenza stampa, cui oltre all’Assessore D’Elia hanno partecipato il direttore del CIPMO, Janiki Cingoli, i direttori dei Comitati israeliano e palestinese per l’Iniziativa di Ginevra, Gadi Baltianski e Nidal Foqaha, e le due delegazioni di donne israeliane e palestinesi. A nome del Ministero degli Affari Esteri ha altresì portato il suo saluto il Consigliere Serena Lippi.

Si è tenuto inoltre un incontro con il Comitato per le Pari Opportunità della Camera dei Deputati, cui hanno preso parte le Onn. Maria Teresa Amici e Lella Golfo, che hanno fornito una esauriente informazione sulla situazione e sulle iniziative in atto per garantire lo sviluppo delle pari opportunità in Italia.
A proposito dello sconvolgimento dell’assetto geostrategico regionale si è svolto un incontro con Francesca Paci, inviata speciale de La Stampa che ha seguito in diretta gli avvenimenti, prima in Tunisia e poi in Egitto.

In questo contesto, risulta particolarmente significativo il ruolo delle esponenti femminili delle due parti, sia nel loro impegno pubblico, sia in quanto madri e generatrici di vita e quindi portatrici di un senso del rispetto per il dialogo e per la pace.

Nei due giorni dell’incontro hanno avuto luogo sessioni di discussione, per approfondire la riflessione sui temi connessi alla iniziativa di pace, ma anche occasioni di socializzazione, per approfondire i rapporti anche sul piano umano.

Sono stati notevoli l’entusiasmo registrato tra le delegate e la loro voglia di mettersi in discussione e di partecipare. I lavori del Seminario si sono anche concentrati sulle modalità migliori per raggiungere le rispettive opinioni pubbliche, individuando le specifiche azioni da sviluppare nei prossimi mesi.
Si è innanzitutto avanzata l’idea di un grande conferenza, di circa 200 donne israeliane e palestinesi, da tenersi in Cisgiordania, che dovrebbe avere come focus le conseguenze dell’occupazione nella vita quotidiana per entrambe le parti coinvolte nel conflitto.

Inoltre, un grande spazio nella discussione ha avuto il ruolo dei social network come Facebook, alla ribalta dopo i movimenti in atto nel mondo arabo, a cui tutte le delegate hanno attribuito un grande potenziale per tenersi in contatto e per comunicare all’esterno, trovando nuovi interlocutori.

Anche la proposta di organizzare, per i cittadini israeliani, delle visite “apolitiche” lungo la Green Line e in Cisgiordania per mostrare i checkpoints e lo stato dell’occupazione ha ricevuto un certo consenso. E’ stato altresì sottolineata l’esigenza di dare a tali tour un carattere non propagandistico, per non respingere a priori le persone meno politicizzate.

A metà di maggio, il gruppo presente a Roma dovrebbe incontrarsi nuovamente, probabilmente a Ramallah, su esplicita insistenza delle israeliane. Fino ad allora le delegate manterranno i contatti grazie a Facebook e cercheranno di trasformare la loro amicizia, per ora virtuale, in collaborazione reale.

 

Giovani leader israeliane e palestinesi. La dignità della pace. 18-21 giugno 2009, Torino

Un altro seminario fra Young Leaders, dedicato a esponenti femminili. Capi delegazione erano Fadwa Esha’er, direttrice generale del Ministero degli Interni palestinese, di Al-Fatah, e Orit Zuaretz, parlamentare della Knesset ed esponente di Kadima, insieme ai due direttori dell’organizzazione “The Geneva Initiative” israeliana e palestinese, Gadi Baltiansky e Nidal Fuqah.
L’incontro si è svolto in collaborazione con l’Istituto Salvemini di Torino e con il supporto dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, della Camera di Commercio di Torino, della Compagnia di San Paolo e del Circolo dei Lettori di Torino.

 

Israeliane e palestinesi: superare l’odio, costruire la pace. 21-25 maggio 2008, Torino

Un seminario particolarmente coinvolgente, anche sul piano relazionale, che ha avuto come protagoniste un gruppo di giovani donne israeliane e palestinesi diverse per formazione, orientamenti ed esperienze.
Realizzarlo ha richiesto un lungo lavoro preparatorio: dopo l’esplodere della seconda Intifada, infatti, i rapporti tra organizzazioni israeliane e palestinesi sono diventati più difficili, ed è stata necessaria una missione a Gerusalemme del direttore del CIPMO, Janiki Cingoli, per trovare un’organizzazione palestinese disponibile a partecipare al progetto.
Si è scelta la Jerusalem Center for Women, mentre interlocutore israeliano era PSIPAS, struttura aperta a personalità ed enti moderati e di area centrista, per allargare l’area delle forze a favore della pace.
A guidare le delegazioni erano, rispettivamente, Salwa Ebeid, viceministro per le Pari Opportunità palestinese e Colette Avital, diplomatica e politica israeliana.
Nel corso dei lavori è stato organizzato anche un incontro con una delegazione di donne piemontesi, esponenti politiche e intellettuali, con l’obiettivo di dar vita a un tessuto di relazioni e facilitare un follow-up all’iniziativa.

Il seminario è stato reso possibile grazie al supporto dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo e della Camera di Commercio di Torino.

MEDIA

Il CIPMO ha partecipato come partner a un progetto biennale finanziato dall’Unione europea proprio sul tema dei media, promosso dall’ONG israeliana Keshev e da quella palestinese Miftah, e in partnership con Il Sole-24 Ore, Rai News 24 e l’Osservatorio sui Media di Pavia.

Seminari Media, 2006-2008

2006-2008 – Progetto EU Partnership for Peace

“More than Words: un’iniziativa congiunta israeliana e palestinese per migliorare il servizio di informazione sul conflitto in Medio Oriente” 

L’influenza dei media sull’opinione pubblica è ben nota. In situazioni di conflitto, questo tipo di influenza diventa ancora più determinante per delineare i rapporti fra le parti e gli sviluppi della situazione in atto.

Il CIPMO ha partecipato come partner a un progetto biennale finanziato dall’Unione europea proprio sul tema dei media, promosso dall’ONG israeliana Keshev e da quella palestinese Miftah, e in partnership con Il Sole-24 Ore, Rai News 24 e l’Osservatorio sui Media di Pavia. Attraverso attività di monitoraggio, ricerca e analisi delle attività svolte dagli operatori della comunicazione, il progetto mirava, da un lato, a codificare la metodologia adottata dai giornalisti per comunicare e, dall’altro, a proporre un modo di fare informazione basato su trasparenza, assenza di pregiudizi nei confronti della controparte e maggiore sensibilità verso l’opinione pubblica. Un compito difficile, specie in una regione, quella mediorientale, dove anche i giornalisti sono ogni giorno spettatori e vittime del conflitto in atto.

Il CIPMO, in qualità di coordinatore del progetto in Italia, ha organizzato, fra il 2007 e il 2008, 4 seminari, durante i quali alcuni giornalisti israeliani e palestinesi, televisivi e della carta stampata, sono stati ospitati, presso le redazioni di Rai News 24 e de Il Sole-24 Ore, per confrontarsi con i professionisti italiani sulle tecniche utilizzate per comunicare al pubblico temi delicati e complessi; durante lo stage presso Il Sole-24 Ore, le delegazioni si sono incontrate anche con Ferruccio De Bortoli, allora direttore del prestigioso quotidiano. I board delle due ONG promotrici si sono poi riuniti, a Pavia e a Milano, per valutare l’esperienza svolta e i possibili follow-up. In tale occasione sono state avanzate molte proposte per future attività sia a breve che a lungo termine, fra cui un nuovo stage per giovani giornalisti israeliani e palestinesi, da realizzarsi in Italia.

L’evento di Pavia si è concluso con la realizzazione di una conferenza pubblica dal titolo “Gerusalemme, cuore del conflitto e possibile cuore della coesistenza”, svoltasi il 6 settembre 2007, durante la manifestazione culturale “Festival dei Saperi”. All’incontro, sono intervenuti Hagit Ofran (Peace Now Settlement Watch) e Mousa Qous (Arab Media Coordinator – Miftah).

Anche a Milano, presso l’Università IULM, si è svolto un evento pubblico, dal titolo “Israeliani e palestinesi. I loro media e il conflitto”, il 27 ottobre 2008, realizzato in collaborazione con la Provincia di Milano e alla presenza di Irma Dioli, Assessore alla Pace e alla Cooperazione Internazionale, e di Roberto Ronza, Sottosegretario alle Relazioni internazionali per la Regione Lombardia.

L’intero progetto triennale “More than Words” è stato realizzato con il contributo della Regione Lombardia, del Comune di Pavia e del CICOPS-Università di Pavia, con la Regione Lazio e con il Comune di Roma.

Seguono tutti i seminari del progetto: Stage a Rai News 24 – Seminario a Pavia – Stage a Il Sole 24 Ore – Seminario conclusivo a Milano.

Seminario conclusivo. Milano, 31 ottobre 2008

Seminario di 3 giorni fra 20 giornalisti e esperti di comunicazione israeliani e palestinesi, incentrato sul ruolo dei media durante il conflitto, sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica e sulle modalità per diffondere un linguaggio dei mezzi di comunicazione più moderato e tollerante.  Il seminario è stato l’incontro conclusivo di due anni di progetto e la sua realizzazione è stata resa possibile grazie al supporto della Regione Lombardia e della Provincia di Milano – Assessorato alla Pace, Partecipazione e Cooperazione Internazionale.

I partecipati delle due delegazioni si sono confrontati sul lavoro di monitoraggio svolto sulla rispettiva stampa durante i due anni di progetto e hanno riconfermato il comune obiettivo di lavorare insieme per far si che la stampa diventi sempre più uno strumento di diffusione di una cultura di pace e non di incitazione all’odio. Al termine dei tre giorni di lavoro hanno inoltre ribadito il successo dell’iniziativa milanese e l’impegno a lavorare ancora insieme ai media e alle istituzioni italiane.

Il seminario si è sviluppato in varie fasi: agli incontri riservati tra le due delegazioni, che si sono tenuti presso le sale di Palazzo Pirelli, si sono alternati incontri con varie realtà dei Media e della comunicazione italiana.
Di grande importanza sono stati gli incontri con Gad Lerner (La7) e Ugo Tramballi (Il Sole 24 Ore) che hanno parlato di come il conflitto israelo-palestinese viene raccontato dai Media italiani e di come, di conseguenza, viene percepito dalla nostra opinione pubblica. Luigi Casillo, caporedattore di Sky News Milano è intervenuto sui nuovi orizzonti della tecnologia digitale e dell’interattività e di come questi strumenti stanno cambiano il modo di fare comunicazione.
Giuseppe Milazzo, vicepresidente dell’Osservatorio di Pavia – Media Research, che da più di 10 anni porta avanti un lavoro di monitoraggio dei media italiani e internazionali, ha dato una informazione molto apprezzata dai partecipanti sulle loro diverse esperienze internazionali di monitoraggio in occasione di elezioni.
Altra tappa importante di questo seminario è stata la visita alla redazione de Il Sole 24 Ore. I delegati hanno potuto osservare da vicino i numerosi strumenti di comunicazione utilizzati da una grande redazione italiana: Sito web, Radio, Free press ecc.
La scelta non è stata casuale: lo scorso aprile infatti si era già tenuto, nell’ambito di questo progetto, uno stage formativo per giovani giornalisti israeliani e palestinesi.

Infine, ha avuto un grande successo la conferenza pubblica “Israele-Palestina: Media e Conflitto” che si è tenuta mercoledì 29 ottobre presso la prestigiosa sala del Consiglio provinciale di Palazzo Isimbardi alla presenza di Roberto Ronza, Delegato del Presidente per le Relazioni Internazionali – Regione Lombardia e di Irma Dioli, Assessora alla Pace, Partecipazione e Cooperazione Internazionale – Provincia di Milano (vedi foto).
Entrambi i rappresentati istituzionali hanno espresso grande apprezzamento per tutta l’iniziativa e hanno riconfermato il loro interesse a supportare iniziative simili in futuro.
Alla conferenza sono intervenuti: Danny Rubinstein, tra i più noti columnist israeliani e Khalil Shaheen, editorialista del quotidiano Al-Ayyam, insieme a Ugo Tramballi, Inviato e editorialista de Il Sole 24 Ore.

Janiki Cingoli, direttore del CIPMO ha affermato al termine dell’incontro che le diplomazie non bastano a fare le pace, e quindi devono entrare in campo le società civili, e in questo i media svolgono una funzione essenziale.

La sessione conclusiva del seminario ha visto le tre organizzazioni coinvolte Keshev, Miftah e CIPMO, rinnovare il loro impegno a collaborare insieme, sottolineando la necessità di favorire attività di cooperazione bilaterale e trilaterale.
Sono state avanzate molte proposte per future attività sia a breve che a lungo termine, fra cui un nuovo stage per giovani giornalisti delle due parti da realizzarsi in Italia, e la creazione di un Istituto per la comunicazione e il conflitto, che riunisca un network di esperti israeliani e palestinesi per la realizzazione di progetti comuni. Un ambizioso progetto che potrebbe dare un nuovo slancio alla sviluppo del processo di pace nell’area mediorientale.

Stage presso la redazione de Il Sole 24 OreMilano, 14 aprile 2008

Undici giovani giornalisti israeliani e palestinesi si sono incontrati a Milano per uno stage formativo presso la redazione de Il Sole 24 Ore, trovando la possibilità di conoscersi e di confrontarsi in un territorio neutro, dove scambiarsi informazioni e iniziare a diventare un punto di riferimento e una fonte, gli uni per gli altri, in futuro.

Il seminario è stato promosso dai due centri Keshev (israeliano) e Miftah (palestinese), in partnership con il CIPMO, Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente, Il Sole 24 Ore e la Fondazione IULM, ed è stato reso possibile grazie al co-finanziamento della Regione Lombardia e della Provincia di Milano.
La scelta del CIPMO come partner per il coordinamento della presenza delle delegazioni in Italia e per i rapporti con i media, non è casuale. Il CIPMO infatti è impegnato da quasi vent’anni sulla tematica del dialogo e dell’educazione alla pace, e ha promosso importanti occasioni di incontro fra le parti in conflitto.

I lavori sono stati aperti da un incontro seminariale svoltosi presso l’Università IULM, coordinato dalla professoressa Angela Besana, cui hanno partecipato Anna Vanzan, Daniele Comboni e Giovanna Guzzetti, che hanno affrontato rispettivamente i temi delle modalità di trasmissione delle notizie sul conflitto israelo-palestinese, delle relazioni tra istituzioni pubbliche e media e del futuro dei sistemi informativi multimediali.

L’esperienza presso Il Sole 24 Ore è stata preziosa, per i delegati come per i giornalisti che li hanno ospitati e coinvolti per tre giorni interi in tutte le attività delle diverse redazioni: esteri, Italia, finanze, cultura, Radio 24, Sole on Line. I partecipanti hanno altresì assistito ad un incontro in videoconferenza con la redazione romana, per una panoramica alla vigilia delle elezioni italiane.
L’incontro con il Direttore del quotidiano, Ferruccio De Bortoli, ha rappresentato il momento culminante e forse più significativo di questa esperienza.

“La Regione Lombardia – ha dichiarato Roberto Ronza, Sotto Segretario per le Relazioni internazionali della Regione Lombardia – sostiene iniziative come questa: è nel nostro interesse che si arrivi a una soluzione del conflitto, non solo per solidarietà, ma anche perché la regione mediorientale è un ponte verso il Far East e arrivare alla pace risponderebbe agli interessi geopolitici  del nostro paese.”

Dal canto suo, Irma Dioli, Assessora alla Pace e alla Cooperazione Internazionale della Provincia di Milano, ha sottolineato come “iniziative come questa, volte a promuovere la conoscenza, il dialogo e la comprensione reciproca tra i popoli, costituiscano un motivo di speranza nel contesto tanto complesso e travagliato del conflitto israelo-palestinese: il ruolo dei media – ha aggiunto – è centrale: gli effetti del linguaggio utilizzato possono essere tremendi, o al contrario possono essere decisivi per promuovere il dialogo e la ricomposizione pacifica del conflitto.”

Gli obbiettivi del progetto, ha dichiarato Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO, sono concentrati su un aspetto delicato e cruciale. La pace infatti non può essere raggiunta solo attraverso la diplomazia, ma va costruita sulle fondamenta del rispetto e della conoscenza reciproca, con il coinvolgimento attivo delle società. I media costituiscono un tramite importante fra le parti, perché possono farsi interpreti delle tendenze in atto e trasmetterle con un linguaggio comprensibile, moderato e capace di mettere in luce l’umanità del “nemico”, traducendone bisogni e aspirazioni.

Il capo delegazione israeliano, Yizhar Be’er, direttore di Keshev, ha informato i giornalisti del quotidiano milanese sul livello di influenza reciproca fra opinione pubblica e stampa in Israele e i problemi che da questo derivano. “La nostra stampa non si limita a parlare del conflitto, è parte del conflitto stesso. Come in altre parti del mondo occidentale, i media israeliani esprimono e insieme costruiscono il senso comune nazionale. Tuttavia in una realtà di conflitto e terrorismo ciò può avere una drammatica influenza sui decision maker nazionali ed anche sulla stessa realtà quotidiana, fino a incidere sulle stesse decisioni sulla guerra o sulla pace. Il nostro quotidiano monitoraggio ci mostra l’esistenza di un sostanziale gap fra le informazioni fornite all’origine dai giornalisti, che sono di solito esaurienti e articolate, e il prodotto editoriale finale che spesso è semplificato e unilaterale.”

Anche Miftah, l’organizzazione palestinese promotrice del progetto, insieme a Keshev, svolge da anni studi sulle diverse tematiche legate alla comunicazione e al dialogo, collaborando con i maggiori editori e media palestinesi per monitorarne le attività.
Ruham Nimri, capo delegazione palestinese e coordinatore del progetto, ha sottolineato il problema della obbiettività dell’informazione: “Anche se nella Autorità Nazionale Palestinese non esiste una censura ufficiale e i giornalisti sono in linea di principio liberi di scrivere ciò che vogliono, in realtà vediamo che essi di fatto esercitano una forte auto-censura che noi cerchiamo di evidenziare. Nella corrente situazione noi mettiamo particolarmente l’accento sul conflitto interno interpalestinese e sul modo in cui, nella realtà, i vari media palestinesi sono espressione solo di una delle fazioni, facendo una scelta di campo e senza garantire l’obbiettività.”

Seminario a Pavia. Milano, 10 settembre 2007 

Si è svolto a Pavia, presso le sedi del Comune e dell’Osservatorio sui Media, un incontro fra giornalisti israeliani e palestinesi, centrato sul ruolo dei media durante il conflitto, sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica e sulle modalità per diffondere un linguaggio dei mezzi di comunicazione più moderato e tollerante (nella foto la sessione inaugurale nella sala del Consiglio del Comune di Pavia). La realizzazione è stata resa possibile grazie al supporto della Regione Lombardia, del Comune di Pavia e del CICOPS-Università di Pavia.

I partecipanti all’incontro di Pavia hanno condiviso i risultati di un anno di lavoro di monitoraggio della reciproca stampa nazionale e hanno stabilito le basi per dar vita a una strategia comune di azione, ritenuta fondamentale per far crescere il livello di credibilità e influenza presso redazioni ed editori. L’obiettivo è poter lavorare sempre più a stretto contatto con i media outlets in futuro, a partire dal prossimo importante evento: il vertice internazionale annunciato da Bush.
La pace, infatti, non si raggiunge se al tavolo delle trattative si siedono dei leader che sono soli, ma è molto importante l’appoggio e la comprensione delle rispettive opinioni pubbliche.

“E la prima volta che una ONG ha la possibilità di svolgere attività di monitoraggio sui media”, ha detto Lilian Feidy, Segretario generale di Miftah. “Contrariamente alle convinzioni comuni, secondo cui i palestinesi non sono in grado di essere autocritici, i nostri report sono stati presi in considerazione seriamente dai nostri media, che li hanno letti e che stanno lavorando per modificare il loro approccio alla comunicazione, tenendo conto dei nostri suggerimenti. Anche i vertici politici e i diversi Ministri dell’Informazione hanno voluto esaminare il nostro lavoro, inviandoci lettere di apprezzamento. La prossima fare sarà quella di monitorare Al Aqsa, la TV emittente di Hamas”.

All’incontro erano presenti anche Antonio Bengiovanni, Assessore alla Cooperazione e alle Relazioni Internazionali della Città di Pavia, che ha aperto la sessione ufficiale, il Prof. Gianni Vaggi, Direttore del CICOPS, e Roberto Ronza, Delegato del Presidente Roberto Formigoni per lo sviluppo e il consolidamento delle Relazioni Internazionali (leggi il suo articolo di commento).
”È una tragedia la crisi permanente che blocca le relazioni fra Israele e Palestina,” ha detto Ronza. “Si tratta di un’area troppo ricca, culturalmente e umanamente, per permetterci di non intervenire in difesa dei valori della pace e dello sviluppo”. Ronza ha poi confermato l’impegno dell’istituzione che rappresenta a sostenere iniziative come questa, in difesa del processo di pace, sottolineando “la necessità che la Comunità Europea e l’Italia avanzino proposte concrete, per porre termine al conflitto nella tormentata regione mediorientale”.

I presenti hanno preso parte anche a una conferenza pubblica, giovedì 6 settembre, nell’aula Magna dell’Università di Pavia, durante la manifestazione culturale “Festival dei Saperi”, alla presenza del Sindaco, Piera Capitelli, la quale ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa e la speranza di poterne sostenere di simili in futuro.

All’incontro, dal titolo “Gerusalemme cuore del conflitto e possibile cuore della coesistenza”, sono intervervenuti: Hagit Ofran (Peace Now Settlement Watch), Mousa Qous (Arab Media Coordinator – Miftah), Ugo Tramballi (giornalista de Il Sole-24 Ore).

Janiki Cingoli, Direttore del CIPMO, che ha moderato l’incontro, ha evidenziato alcuni elementi chiave per facilitare la comprensione della situazione attuale in Medio Oriente. “Anche se va tenuto fermo l’appoggio a Abu Mazen, il ruolo di Hamas non può essere sottovalutato per garantire una pace stabile e sicura”, ha detto Cingoli. “Si deve favorire con ogni mezzo lo sviluppo dei negoziati tra Olmert e Abu Mazen, in vista del Vertice internazionale annunciato da Bush a metà novembre. Le guidelines per arrivare a un accordo ci sono già, a partire dalle proposte Clinton a Camp David e da quelle dell’Iniziativa di Ginevra”.

Stage a Rai News 24. Roma, 25 maggio 2007

Si è svolto presso la redazione di Rai News 24 uno stage di approfondimento, rivolto a giornalisti televisivi israeliani e palestinesi, sul ruolo dei media durante il conflitto, sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica e sulle modalità per diffondere un linguaggio dei mezzi di comunicazione più moderato e tollerante. Questa iniziativa è stata resa possibile grazie al supporto della Regione Lazio e del Comune di Roma.

Il progetto si è articolato in diverse fasi, durante le quali delegazioni di giornalisti israeliani e palestinesi televisivi e della carta stampata, sono stati ospitati, oltre che a Rai News 24, nella redazione de Il Sole- 24 Ore e all’Osservatorio sui media di Pavia nell’arco del 2007 e 2008, per apprendere dai professionisti italiani quali sono le tecniche utilizzate per comunicare al pubblico temi complessi quali la comprensione e il rispetto reciproco.

Un argomento delicato e cruciale, in Italia come nella regione mediorientale. La pace infatti non può essere raggiunta solo attraverso la diplomazia, ma va costruita sulle fondamenta del rispetto e della conoscenza reciproca, con il coinvolgimento attivo delle società. I media costituiscono un tramite importante fra le parti, perché possono farsi interpreti delle tendenze in atto e trasmetterle con un linguaggio comprensibile, moderato e capace di mettere in luce l’umanità del “nemico”, traducendone bisogni e aspirazioni.

La scelta del CIPMO come partner per il coordinamento della presenza delle delegazioni in Italia e per i rapporti con i media, non è casuale. Il CIPMO infatti è impegnato da quasi vent’anni sulla tematica del dialogo e dell’educazione alla pace, e ha promosso importanti occasioni di incontro fra le parti in conflitto.

L’esperienza di questi giorni a Rai News è stata preziosa, per i delegati come per i giornalisti che li hanno ospitati e coinvolti per tre giorni interi in tutte le attività della redazione: dalle riunioni, alla costruzione dei servizi, alla condivisione delle strategie.

L’incontro di Roma ha offerto ai delegati israeliani e palestinesi, oltre che lo stage in Rai News, la preziosa possibilità di conoscersi e di confrontarsi in un territorio neutro, dove scambiarsi informazioni e iniziare a diventare un punto di riferimento, e una fonte, gli uni per gli altri, in futuro.
I risultati di questo lavoro costituiranno una base di riflessione fondamentale anche per i media italiani.

INSEGNANTI

Altre iniziative realizzate nell’ambito sociale da parte del CIPMO, sono quelle rivolte al mondo della scuola e agli insegnanti, nella convinzione che questi rivestano un ruolo centrale nelle rispettive società, anche se talvolta non pienamente percepito.

Seminari Insegnanti, 2006

Fra le iniziative più importanti:

Seminario tra insegnanti israeliani, palestinesi e romani. 20-23 aprile 2006, Roma

Realizzato in collaborazione con le organizzazioni Consorzio Gioventù Digitale e con Palestinian Peace Coalition e H.L. Education for Peace (i cui rispettivi direttori, Elias Zananiri e Gadi Baltiansky, guidavano le delegazioni), l’incontro ha visto la partecipazione di Sergio Scarantino, Ministero degli Affari Esteri. Durante il seminario, gli insegnanti israeliani, palestinesi e italiani presenti hanno potuto conoscersi e confrontarsi, con l’obiettivo di trasmettere le reciproche opinioni e punti di vista ai loro studenti, veri beneficiari del progetto.
I lavori si sono conclusi con la condivisione di un piano per il proseguimento delle attività fra scuole italiane, israeliane e palestinesi, a cominciare dalla creazione di un network per scambiarsi spunti e idee, e dall’apertura di un forum sui siti web delle organizzazioni promotrici, dedicato a insegnanti e studenti.
Il seminario è stato realizzato con il supporto di Regione Lazio, Comune di Roma e UniCredit.