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L’Analisi

Israele, paese normale

di Ugo Tramballi

Data pubblicazione: 31 gennaio 2013

Le questioni per le quali Yair Lapid è stato eletto erano interne: il costo della vita, le sperequazioni sociali, gli ultraortodossi che non devono essere esentati dal servizio militare. Le questioni per le quali il mondo si attende che Lapid faccia la differenza sono di natura internazionale: la ripresa della trattativa di pace con i palestinesi.

La differenza rispecchia una dicotomia forse pericolosa per le aspettative generali, fra ciò che vogliono gli israeliani e quel che chiede la comunità internazionale. Nella sua campagna elettorale Yair Lapid ha parlato poco di palestinesi perché erano gli elettori a non voler sentirne parlare. Tzipi Livni, l’unica ad aver ricordato agli israeliani che ignorare quel tema significa rifiutarsi di affrontare il futuro, ha avuto un risultato deludente.

Ma se Lapid e Yesh Atid che appunto significa “c’è un futuro”, rivelano e rappresentano l’esistenza di un Israele laico e moderno in alternativa a quello nazionalista – il sionismo religioso dei coloni –, quel Paese nuovo e più civile non può esimersi dal riprendere il dialogo di pace.

Non è facile. Fino ad ora il rifiuto israeliano a ritornarvi e le ambiguità di Bibi Netanyahu hanno messo in rilievo le responsabilità dello stato ebraico e non i dubbi sulle intenzioni palestinesi: quanto sarebbero disposti a modificare il diritto al ritorno dei profughi? Quanto l’opinione pubblica di Gaza, della Cisgiordania e dell’esilio è pronta a rinunciare ad alcuni assunti dell’irredentismo palestinese?

Israele tuttavia non ha alternative. Non le avrebbe nemmeno se al governo andassero gli estremisti di Naftali Bennett con la loro proposta di un Grande Israele, con una popolazione palestinese soggiogata come i neri dell’apartheid sudafricano, o senza perché deportati. È ancora presto per sapere quale coalizione nascerà dal voto del 22 gennaio e dal mercato a volte avvilente della trattativa politica. È tuttavia presumibile che lo guiderà il Likud e vi sarà Yesh Atid che si definisce centrista ed è il vero vincitore delle elezioni. Ma se per farne parte Yair Lapid rinunciasse a sostenere l’urgenza di una ripresa del dialogo con i palestinesi, perderebbe l’occasione di salvare il suo Paese.

Gli israeliani sanno che oltre le aspettative economiche e sociali di qualsiasi elettorato normale, il loro Paese ha un problema straordinario che riguarda il loro futuro, al punto da renderlo un incubo se non risolto. Se Lapid rendesse più equa la distribuzione della ricchezza, se fermasse la scalata dei prezzi e migliorasse l’economia nazionale (per altro già la più florida dell’Occidente, più 3,3% nel 2012), e non affrontasse quel nodo che può vanificare il diritto di un Paese alla normalità, la sua stella politica appena accesa, si affievolirebbe molto presto.

Forse non c’è un honest broker, un mediatore forte ed equidistante che spinga le parti a un negoziato costruttivo: posto che gli Stati Uniti siano mai stati veramente equidistanti, ora hanno altro di cui occuparsi. Sembra evidente che Barack Obama non cercherà di entrare nella storia come il presidente della pace in Medio Oriente ma per quello che aggiusterà e rimetterà in moto l’Impresa America.

Un interlocutore, tuttavia, c’è. Non è vero, come dice Netanyahu, che Israele non ha nessuno con cui parlare, spingendo a crederci perfino i mediocri laburisti di Shelly Yachimovich. Se Israele avesse il coraggio di ritornare al vero problema, potrebbe scoprire di avere fra i palestinesi molti più interlocutori di quanto non creda. E non solo in Cisgiordania.

Votando Lapid, un Israele moderno e globale, laico e civile ha ricordato di esistere e di volere la sua dose di normalità. Non potrà averla continuando ad occupare la terra di altri. O come venerdì scorso al World Economic Forum di Davos, ha detto Shimon Peres che quest’anno compie 90 anni: “Non puoi essere globale e al tempo stesso razzista”.

NOTE SULL'AUTORE 

Ugo Tramballi

Inviato speciale de Il Sole 24 Ore e responsabile del blog http://ugotramballi.blog.ilsole24ore.com/ 

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